Addio a Gibì Fabbri, fu l'artefice
del grande Vicenza di Rossi
Parla Pablito: «Per me era un padre»

Mercoledì 3 Giugno 2015
Gibì Fabbri e Pablito Rossi
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VICENZA - L'ex allenatore Giovan Battista

Fabbri, Gibì per tutti, 89 anni, di S.Pietro in Casale (Bologna) è morto a Ferrara. In carriera allenò tra le altre Piacenza,

Catanzaro, Vicenza, Ascoli, Spal, Cesena e Bologna.

Gibì Fabbri è il tecnico che, oltre ad aver lanciato Fabio Capello, fu l'uomo che scoprì Paolo Rossi "Pablito" e l'artefice del grande Lanerossi Vicenza di quegli anni: una panchina su cui restò dal 1976 al 1979.

Le sue imprese sono legate proprio al Lanerossi Vicenza, con conquistò nell'arco di due anni una promozione in serie A e quindi nel 1977-1978 uno storico secondo posto nella massima serie alle spalle della Juventus. Al termine di quella stagione Fabbri vinse il prestigioso riconoscimento del Seminatore d'Oro come migliore allenatore italiano dell'anno.

«G.B. Fabbri era un grande. È stata una persona fondamentale per la mia carriera, e per me era come un padre, sotto tutti i punti di vista. Gli volevo bene» ha dichiarato Paolo Rossi subito dopo aver appreso la notizia della morte e ricordando il suo mister che trasformò in 'Pablito' colui che fino a quel momento era stato un talento delle giovanili della Juventus.

«Fabbri è stato quello che mi ha scoperto dal punto di vista tecnico - ha spiegato ancora l'eroe dei Mondiali 1982 - cambiandomi ruolo e vedendo in me qualcosa di diverso, e doti che altri non avevano

visto. Fu lui che mi trasformò da ala in centravanti, e i fatti gli diedero ragione».

Ma Rossi tiene a ricordare anche il Fabbri uomo: «Era una persona squisita e ricordo che a Vicenza mi aiutò in tutto e per tutto. A volte mi invitava a mangiare a casa sua, e ci siamo frequentati anche quando ho smesso di giocare. Il nostro era un rapporto quasi come tra padre e figlio e tra noi

c'era un affetto forte».

L'ultimo ricordo del suo ex allenatore è un'altra

considerazione tecnica: «Al Vicenza fu un precursore - dice 'Pablito' di Fabbri -. Erano gli anni in cui si parlava di calcio totale, e lui ci faceva giocare in quel modo, un calcio tecnico in cui voleva che tutti partecipassero all'azione. È stato fra quelli che ha cambiato l'immagine del calcio all'italiana sparagnino».

Gibì Fabbri è stato attivo fino all'ultimo anche sul social network facebook. Oltre a scegliere le foto del profilo in maglia biancorossa e insieme a Rossi, poche settimane fa ha postato alcune belle foto del "suo" Vicenza degli anni d'oro.

Nel suo post più recente il brano di un articolo che racconta i suoi anni al Bologna: il mister decise che per tirare su il morale ai ragazzi gli allenamenti si dovevano concludere con salsicce sulla graticola e vino del contadino. Sistema che funzionò: "Gibì aveva a disposizione nove partite per salvarsi, ma gliene bastarono cinque". E la presidenza gli regalò una Mercedes.

Ultimo aggiornamento: 4 Giugno, 16:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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