Licenziato il profugo siriano sgambettato dalla reporter

Domenica 16 Ottobre 2016 di In fuga con il figlio era stato assunto a Madrid dalla Scuola nazionale di allenatori, dove ora lo accusano di essere pigro e di non essersi integrato
MADRID - Un anno fa la scena dello sgambetto allungato dalla reporter Petra Lazlo per fermare il rifugiato che col figlioletto in braccio tentava di entrare in Ungheria fece il giro del mondo. E dall'indignazione globale scaturì un piccolo miracolo umanitario, che portò Osama Abdul Mohsen, il siriano di 52 anni in fuga col figlioletto Zaid di 7 anni dall'inferno della guerra, a Madrid, dove lo aspettava una casa e un lavoro da allenatore di calcio, lo stesso che faceva in Siria, nella squadra di prima divisione Al-Fotuwa, prima di intraprendere la sua odissea. Ma, un anno dopo, il suo benefattore, Miguel Angel Galan, presidente della Scuola nazionale di allenatori Cenafe a Getafe (Madrid), l'artefice dell'operazione salvataggio, che ha dato a Osama l'opportunità rifarsi una vita in Europa, ha detto basta: non gli ha rinnovato il contratto, scaduto questo mese. Il motivo? «E' uno sfaticato - giura Galan - Osama viene in ufficio e, siccome non capisce lo spagnolo, non fa nulla: si siede al computer e ci resta tutto il giorno. Per un anno gli abbiamo regalato lo stipendio, ma non posso sopportare più un lavoratore che non è produttivo. Avrebbe potuto almeno imparare lo spagnolo, come hanno fatto i suoi figli. Mi spiace, però io ho la coscienza a posto», lo sfogo del presidente.
Tuttavia, Galan ha lasciato uno spiraglio aperto: «Vedremo a febbraio, se ha imparato lo spagnolo, tornerò a contrattarlo», promette.
Per Osama Abdul Mohsen un brusco risveglio alla realtà dalla favola a lieto fine vissuta al suo arrivo a Madrid, con il piccolo Zaid e l'altro figlio Muhammad, di 18 anni. Con il viaggio pagato dal Cenafe, aveva toccato il cielo con un dito. L'asilo come rifugiati, la bella casa a Getafe, un lavoro da 1.700 euro al mese, la scuola per i figli, con la promessa di poter presto ricongiungere la famiglia: la moglie e altri due figli ancora bloccati in un campo di rifugiati in Turchia. Perfino le foto allo stadio Bernabeu con l'idolo Cristiano Ronaldo, rimbalzate sulle due sponde dell'Atlantico. Tuttavia, Osama non ci sta a passare per fannullone: «Non mi hanno rinnovato il contratto senza spiegarmi il motivo. Mi hanno usato e gettato», ha assicurato in un'intervista radiofonica. «Sono ora in una situazione difficile, aspetto la mia famiglia che arriverà fra un mese, al termine di un lungo e complicato processo, e sono senza lavoro».
Dice anche di sentirsi vittima di un'operazione di marketing montata sulla sua vicenda: «Credo che la scuola si sia approfittata delle mie circostanze. Ha avuto un'enorme pubblicità dal mio caso, e sempre col direttore Galan al mio fianco. Vuole diventare presidente della Federcalcio e mi ha usato», ha insistito Osama, che aggiunge: «La Spagna è un paese incredibile, la gente è molto amabile e io penso di restarci. Ma ora la mia priorità è trovare un lavoro, e tutti sanno quanto sia difficile in questo paese».
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