Le cosche calabresi: «Siamo in festa
per la vittoria di Tosi a Verona»

Mercoledì 18 Febbraio 2015
Le cosche calabresi: «Siamo in festa per la vittoria di Tosi a Verona»
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VERONA - Altre voci su presunti collegamenti delle cosche calabresi con Verona e col sindaco Flavio Tosi e la certezza che durante una visita del 2012 in Calabria il primo cittadino fu pedinato dai carabinieri. È quanto emerge dalle carte dell’indagine “Kyterion”, un filone calabrese dell’inchiesta “Aemilia” secondo quanto scrive il Quotidiano del Sud. Tosi non è indagato, ma il 29 gennaio 2012 i suoi movimenti sono stati dettagliamente monitorati dai carabinieri che lo hanno seguito dal momento in cui è atterrato a Lamezia Terme, dove ha noleggiato una Citroen C4, alla cena tenuta a Crotone dopo la presentazione di un libro all’istituto professionale di Stato “Sandro Pertini”.

Nel mezzo ci fu peraltro una visita in Procura a Catanzaro, dove Tosi si è incontrato con il pm Claudio Villani, e una serie di incontri con alcuni imprenditori locali tra cui il presidente del Crotone Raffaele Vrenna, ras delle discariche e degli inceneritori. Ma anche con il presidente della Provincia di Crotone Stano Zurlo, il presidente locale di Confindustria Giovanni Lucente e il sindaco di Isola Capo Rizzuto Gianluca Bruno.

I carabinieri, in sostanza, stavano eseguendo alcuni accertamenti circa il sostegno elettorale che la famiglia Giardino, di isola Capo Rizzuto, ha garantito a Tosi. Operanti da anni a Verona, dove gestiscono imprese edili e distributori di carburante, infatti, i Giardino vengono ritenuti dagli inquirenti contigui alla criminalità organizzata. Il sospetto è che questi imprenditori abbiano potuto avere rapporti con ambienti veronesi in relazione a un appalto “pilotato” per la realizzazione di un centro sportivo. Nel corso di una telefonata intercettata a Gino Frontera, arrestato a fine gennaio, quest’ultimo fa riferimento all’ “appoggio di ‘Alfonso’ (Alfonso Giardino, ndr) a Tosi”. «Io sono in festa – è la frase registrata dal cellulare di Frontera – ora che là a Verona ha vinto Tosi quello che appoggiavano loro, quindi secondo me sono in festa». “Si pone in evidenza – scrivono i carabinieri negli atti – che quando parla dell’appoggio elettorale non fanno riferimento alla sola persona (‘Alfonso’) ma viene usato il termine ‘loro’”.

Sempre secondo gli investigatori dell’Arma, i Giardino si sarebbero infiltrati nell’amministrazione Tosi attraverso Marco Arduinidetto il “dentista” grazie al quale sarebbero giunti all’allora assessore Marco Giorlo, “per ottenere – è scritto nell’informativa – lavori ed altra utilità come fare assumere persone al Comune di Verona”. “Quello è un tredici – dice Alfonso Giardino a Marco Arduini – Portalo a casa. Da quello che ho capito lo prendiamo noi in mano, in gestione. Sai cosa vuol dire?”. L’imprenditore calabrese è impaziente di vincere l’appalto. “Le indagini confermano - scrive l'Arma - il pieno coinvolgimento di Giardino Alfonso in dinamiche che riguardano la ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto”.

Voti e appalti frutto di relazioni e amicizie consolidate anche a tavola poche settimane prima. Il 28 maggio 2012 i carabinieri hanno filmato con la telecamera il pranzo all’osteria “Al Duca” di Verona al quale hanno partecipato i cugini calabresi, Marco Arduini e l’assessore Marco Giorlo. Inconsapevoli di essere intercettati, imprenditori, politici e mediatori parlano liberamente al telefono di appalti come se fossero stati vinti ancora prima dei bandi per l’assegnazione.

I rapporti tra la giunta Tosi e personaggi dell’imprenditoria crotonese, proprio in relazione agli appalti pubblici, erano stati raccontati da una puntata di Report dell’anno scorso, realizzata da Sigfrido Ranucci, duramente contestata dal sindaco leghista.

Ultimo aggiornamento: 17:21