Il decennale della rinascita Pedavena, tre giorni di festa

Venerdì 1 Luglio 2016
Il decennale della rinascita Pedavena, tre giorni di festa
Che bella la storia della birreria Pedavena, che è ancora lì, 120 anni dopo, con la sua ala più antica, le decorazioni dell'epoca, le caldaie di rame, monumento nazionale aperto al pubblico, grande castello con il suo parco, simbolo di una comunità, della forza delle idee, monumento all'ostinazione, alla mobilitazione popolare, alla vittoria popolare. Una storia fatta di amore, solidarietà e lieto fine.
Che inizia il 27 marzo 1897, quando tre fratelli, Luigi, Sante e Giovanni Luciani, originari di Canale d'Agordo (Bl), inaugurarono il primo stabilimento per la produzione della birra. Passa attraverso la disfatta di Caporetto e l'armistizio, e la ripresa del controllo dello stabilimento, saccheggiato e in parte distrutto da un incendio. C'è una prima resurrezione e tre anni più tardi dalla fabbrica usciranno 90 mila ettolitri. L'azienda cresce e si espande, nel ‘28 acquista la Dreher di Trieste e nel ‘51 nuove fabbriche a Torino, Genova e Macomer. Ma, ecco l'altra guerra, quella dell'aumento della competizione e dei competitori, la riduzione dei margini. Il marchio Pedavena diventa Dreher e, poco dopo, passerà nelle mani di Heineken. Trent'anni dopo, nel 2004, la pugnalata: Heineken decide di chiudere lo stabilimento di Pedavena. Qui accade una cosa inattesa, rivoluzionaria e bellissima: si innesca la mobilitazione dei lavoratori, prima con una petizione di firme cartacea e poi via internet un esercito di persone si mobilita contro lo stop. Pochi mesi più tardi s'insedia il comitato cittadino per la birreria: lavoratori, sindacati, comitato, sindaco raccolgono oltre 50 mila firme, coinvolgono opinion leader e politici a tutti i livelli. Il caso Pedavena arriva al Parlamento Europeo e diventa Nazionale. La pressione è tale che, alla fine, Heineken concede una proroga. La solidarietà non si placa, firma anche Beppe Grillo, si pubblica persino un libro, “Una fabbrica-paese. Il caso Birreria Pedavena” di Raffaella Gabrielli e Alessandro Tibolla, giornalisti de “Il Gazzettino”, e alla fine anche il Ministero del Lavoro apre un tavolo. Ma tutto sembra inutile: il 29 luglio alle 9.12 esce l'ultima bottiglia e il successivo 30 settembre la sirena che ha scandito per più di un secolo la vita del paese suona per l'ultima volta.
Ma le trattative proseguono, serrate e ostinate, e si ottiene uno straordinario risultato: arriva il gruppo Castello di Udine con un'offerta idonea e un piano industriale che assicura un futuro all'azienda e ai suoi lavoratori e il 4 aprile 2006 la sirena torna a scandire la vita del paese, con un nuovo inizio. A fine maggio è pronta la prima cotta della nuova proprietà e, per festeggiare la ripresa della produzione, il 10 e l'11 giugno viene organizzata una grande festa e la storica fabbrica di Pedavena apre i cancelli ai cittadini e alle istituzioni locali. Ebbene, quella festa è ormai diventata tradizione e si ripeterà anche quest'anno, in questo fine settimana.
Da oggi a domenica, infatti, torna a Pedavena la Festa dell'Orzo e della Birra che, in questo 2006, celebra anche il decennale della rinascita, con “Storie da degustare: una festa per gustare Birra Dolomiti e scoprire il prezioso orzo che rende unico il suo sapore”. Si comincia oggi con “C'era una volta”, la Piazza della birra e la degustazione di prodotti delle Dolomiti, impreziosita, all'ora dell'aperitivo, dal racconto teatrale della Fabbrica di Pedavena e dei suoi ultimi 10 anni di italianità, mentre si brinderà con la Birra anniversario e gli allievi della scuola birrai della Fabbrica. Domani (ma anche domenica) giornata dedicata a percorsi di degustazione promossi dalla condotta Slow Food del Feltrino, a visite esperienziali alla Fabbrica, allo spettacolo teatrale, alla serata anni Ottanta con Donatella Rettore, Ivan Cattaneo, Leroy Gomez by Santa Esmeralda. Domenica, infine, il centro sarà il parco, con attività per famiglie e bambini, mercato agricolo dei prodotti locali e fattorie didattiche con laboratori. Verrà eletta la Regina dell'Orzo, ci saranno il corteo dei trattori storici e dei produttori agricoli, la Consegna del Premio Dolomiti e il brindisi conclusivo con apertura della botte di Birra Dolomiti. Tre giorni fra orgoglio e ricordo.
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