Glauco, la distrofia non lo ferma
e diventa un grande scrittore

Mercoledì 8 Ottobre 2014 di Marco D'Incà
Glauco De Bona e il suo libro
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BELLUNO - Glauco era un eroe della mitologia greca, noto per il suo coraggio e una nobiltà d’animo evidenziata dal rifiuto di battersi in battaglia con Diomede, il nemico a cui dona l’armatura.



Un altro Glauco (De Bona) vive invece a Longarone. E ad accomunarlo all’eroe omerico non c’è solo il nome, ma lo stesso coraggio e la medesima nobiltà d’animo. Perché Glauco, 41enne longaronese, è uno scrittore che ha appena conquistato il prestigioso premio Urania 2013: ovvero, il premio che individua il miglior romanzo di fantascienza italiano.



Ebbene, questo romanzo è “Cuori strappati”: lo ha realizzato De Bona. Un uomo speciale, perché la sua quotidianità è scandita ora dopo ora, minuto dopo minuto, secondo dopo secondo, da una grave malattia: la distrofia muscolare. Una malattia che imprigiona il suo corpo. Ma non la sua fantasia. E la capacità di donare agli altri un pezzetto di sé.



«Essendo una malattia progressiva - racconta lo stesso Glauco - da bambino riuscivo a camminare, muovermi, scrivere, disegnare, giocare». Tanto è vero che il romanziere ha intrapreso un normale percorso di studi, in linea con quello dei suoi coetanei: «Ho svolto la scuola materna, le elementari e le medie a Longarone. A Belluno, invece, ho frequentato l’Istituto tecnico commerciale “Calvi”, dove ho conseguito il diploma di ragioniere nel 1992. Qui ho instaurato i più duraturi rapporti di amicizia, che proseguono tuttora». Negli anni, però, la sua condizione è cambiata: «Ora sono totalmente immobilizzato. Non riuscendo a respirare in modo autonomo, uso un ventilatore meccanico e parlo con difficoltà».





Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 09:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA