Ecco il progetto dei padiglioni mestrini dell'Expo 2015. Il disegno è dell'arch.

Giovedì 20 Marzo 2014
Ecco il progetto dei padiglioni mestrini dell'Expo 2015. Il disegno è dell'arch. Michele De Lucchi il quale immagina uno spazio cubico di 10 mila metri quadrati, che si richiama per certi versi nella livrea esterna al Vega e che inalbera una monumentale scritta ExpoVenice. Attorno a padiglione principale l'arch. De Lucchi immagina anche una serie di padiglioncini che fanno da corona e che sono destinati a sponsor oppure a nazioni che vogliono uno spazio proprio diverso da quello del padiglione principale. I padiglioncini sembrano wigwam - per chi ha letto Tex Willer - e cioè si richiamano alle capanne degli indiani americani. Il padiglione principale è uno spazio unico che, sotto, diventa parcheggio. Ma la novità è che all'area principale dell'Expo di Mestre si arriva sì in macchina, dalla zona del Vega, ma anche se non soprattutto via acqua dal canale Brentella. L'idea dell'arch. Gianni Caprioglio, che affianca De Lucchi nella progettazione, è quella di portare un vaporetto nel canale Brentella, farlo passare sotto il ponte di via Righi e poi portarlo a Venezia, all'Arsenale, via San Giuliano. E siccome, tra parentesi, San Giuliano è un altro punto di snodo dell'ExpoVenice, ecco la quadratura del cerchio. «Non potevamo non avere la doppia porta d'accesso, d'acqua e di terra - spiega l'arch. Michele De Lucchi - Non solo perchè siamo a Venezia, ma perchè il titolo della manifestazione è "Aquae". E poi il collegamento con Venezia è indispensabile dal momento che l'altra area interessata all'Expo 2015 è all'Arsenale».
Tra Arsenale, parco di San Giuliano e Vega, infatti, si svilupperà quel "miglio blu" che è la parte "liquida" dell'Esposizione universale di Milano che ha come titolo "Nutrire il pianeta. Energia per la vita". Ma Venezia non sarà solo l'unica città italiana nella quale l'Expo milanese si espande, diventerà a tutti gli effetti il punto di riferimento per tutto ciò che ha a che fare con l'acqua. Acqua da vivere e che fa vivere. Si andrà dall'alimentazione - agricoltura e pesca - al turismo, passando attraverso l'arte e la cultura, con un tentativo di far conoscere anche la parte della laguna meno gettonata e quindi più vicina alla cultura dei turisti del Nord Europa.
In questi giorni nell'area di Condotte - al Vega - si sta lavorando a più non posso per le palificazioni che sosterranno le fondamenta del padiglione progettato da De Lucchi. E fra un po' si inizierà a lavorare anche nei 10 mila quadrati della parte esterna, che diventerà un giardino sull'acqua. L'investimento per l'area espositiva si aggira sui 20 milioni di euro, tutti privati. I principali artefici di questo progetto sono Condotte, Vega e ExpoVenice, che poi riutilizzerà le strutture dell'ExpoVenice per trasformare questa parte di Porto Marghera in una zona espositiva legata alle tecnologie che hanno a che fare con l'acqua. L'acqua come bene comune, l'acqua che manca a mezzo mondo, l'acqua che dà vita. E nessuno come i veneziani può insegnare al mondo come si costruisce la vita sull'acqua.