Capelonghe, telline e bavarasse
rischiano di sparire dai nostri piatti

Venerdì 6 Giugno 2014
Capelonghe, telline e bavarasse rischiano di sparire dai nostri piatti
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DELTA - «Il ritardo dei provvedimenti richiesti sull’applicazione delle norme comunitarie sta portando al blocco della produzione ed alla scomparsa di telline e cannolicchi dai banchi delle pescherie e dalla tavole».È l’allarme lanciato da Impresapesca Coldiretti, per bocca di Alessandro Faccioli, che fa una riflessione a quattro anni esatti dell’entrata in vigore del regolamento comunitario sugli attrezzi e l’attività di pesca nel Mediterraneo, che ha fissato il divieto di pesca-raccolta fino alla distanza di 0,3 miglia marine dalla battigia. «Peccato – spiega Faccioli – che il totale delle telline e dei cannolicchi (le “capelonghe”) ed il 70 per cento delle vongole di mare (le “bavarasse”) vivono e si possono pescare soltanto in quello specifico areale marittimo. Fra l’altro, sono risorse in buona salute, non a rischio di tenuta degli stock».Date le aree di pesca ristrette e una taglia minima inadeguata è diventato impossibile, se non a rischio di gravi sanzioni, ai pescatori bassopolesani e veneti di catturare vongole di mare, cannolicchi e telline con la draga idraulica, una tipologia di pesca molto importante lungo questi litorali, che si attua con un attrezzo a forma di gabbia, che smuove leggermente il fondale ossigenandolo.Norme nate negli uffici della burocrazia comunitaria stanno di fatto facendo sparire dalle case e dai ristoranti, i piatti più tipici e pregiati della cucina locale, dagli spaghetti alle zuppe, ai brodetti, preparati appunto con “capelonghe”, telline e “bavarasse”.Le principali dieci aziende italiane che commercializzano la maggior parte del prodotto molluschi-bivalvi di mare hanno addirittura deciso di togliere dal commercio e listino dell’ittico questi prodotti, il cannolicchio e la vongola autoctona “venus gallina”. Una risorsa tutta italiana non “condivisa” che non dovrebbe essere oggetto di una gestione comunitaria, che sta rendendo impossibile lavorare a pescatori, commercianti e ristoratori. "Servono risposte pronte e veloci dal ministero delle Politiche agricole – aggiunge Faccioli - sulla deroga richiesta a gran voce dagli operatori, con Coldiretti Impresapesca in testa. Il blocco del commercio e della produzione, potrebbero far scoppiare il malcontento con prevedibili azioni di protesta su tutto il territorio nazionale».

Ultimo aggiornamento: 13:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA