Belluno. Accusato di aver stuprato la figlia
adottiva: «Salvatemi dall'ergastolo in Usa»

Giovedì 5 Agosto 2010 di Lauredana Marsiglia
Pino Lo Porto (archivio)
BELLUNO (5 agosto) - Di lui si sta occupando l’Anveg, ovvero l’Associazione per la difesa delle vittime di errori giudiziari, di cui presidente l’avvocato romano Luciano Faraon. Pino Lo Porto, 77 anni, imprenditore di successo in America, rifugiatosi poi a Cortina dopo le accuse dell’ex moglie americana di aver stuprato la figlia adottiva, chiede aiuto alla Procura di Belluno, autodenunciandosi per evasione.



Ma si rivolge anche al Capo dello Stato chiedendo che interceda, per motivi umanitari, a favore della richiesta di revoca del provvedimento di estradizione presentata al Ministro di giustizia. Si ritiene vittima di una persecuzione, non solo personale dell’ex moglie, ma anche del sistema politico-giudiziario che, alla vigilia di un’importante consultazione elettorale, lo avrebbe fatto arrestare esattamente il giorno dopo la presentazione della denuncia da parte della donna, in totale assenza di prove.



Questa la cronologia dei fatti. Arrestato il 2 agosto 2005 a Cortina su ordine di cattura della Fbi, Lo Porto riesce a lasciare il carcere solo nel febbraio 2006, ottenendo l’obbligo di firma a Cortina, anche in considerazione della sua età. Ma nel frattempo arriva dal ministero il via libera all’estrazione. Lo Porto fugge così in Olanda. E proprio qui, da due mesi, si trova nuovamente in carcere, nel penitenziario di Middlelburg, in attesa che il governo olandese risponda alla nuova richiesta di estradizione dell’Alabama, paese dove vige ancora la pena di morte e dove i reati non conoscono l’istituto della prescrizione. Alle accuse di violenza, stupro e sodomia nei confronti di una minore, si aggiunge ora anche l’accusa di evasione, reato che da solo è sufficiente per ottenere l’ergastolo.



Unitamente all’avvocato Faraon, che proprio ieri l’altro è andato a trovarlo in Olanda, grazie ad un contributo di un bellunese che si è offerto di pagare le spese, stanno cercando di fermare la macchina giudiziaria statunitense. Due le strade intraprese: un appello al presidente della Repubblica e l’autodenuncia alla Procura di Belluno per evasione, commessa omettendo di presentarsi al Commissario di Cortina per l’obbligo di firma trisettimanale.

Ma soprattutto, spiega Faraon, speriamo che l’Olanda non conceda l’estradizione e se proprio dovesse farlo l’auspicio è che si pronunci solo per il reato di violenza sessuale. «Ci sono elementi nuovi di difesa - afferma il presidente Anveg - in grado di dimostrare l’infondatezza delle accuse. Per l’evasione, invece, non ci sono attenuanti e solo questo gli costerebbe l’ergastolo».



La situazione di Lo Porto è praticamente disperata. Il termine del pronunciamento per l’estradizione è il 27 agosto. «Il mio assistito - spiega l’avvocato - è una persona molto malata, che ha già subito due interventi al cuore. Inoltre non ha alcun reddito a disposizione. L’ex moglie gli ha portato via tutto».

Nel caso si dovesse realmente arrivare a processo in America, non ci sarebbero soldi per la difesa. Nemmeno l’Anveg ha fondi a disposizione per sostenere un processo così importante. L’Appello è lanciato.
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 18:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA