Alpinista condannato a 3 anni e mezzo
per violenza sessuale su un tredicenne

Giovedì 7 Giugno 2012 di Simona Pacini
Ario Sciolari, 45 anni (archivio)
BELLUNO - Condannato a tre anni e mezzo per le attenzioni su un tredicenne durante un camp ispirato alle tradizioni degli indiani Lakota. Ario Sciolari, il noto alpinista romano-cadorino stato riconosciuto colpevole di violenza sessuale su minore. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 3 anni e 10 mesi, il collegio (Sergio Trentanovi e a latere Antonella Coniglio ed Elisabetta Scolozzi), dopo due ore di camera di consiglio, ha pronunciato la sentenza di condanna a tre anni e mezzo.



I fatti nell'estate di 4 anni fa. Lunga la requisitoria della pubblica accusa, che ha ricostruito i fatti, avvenuti nel luglio 2008 in Val di Zoldo, tracciando un ritratto dettagliato dell’alpinista, definito un manipolatore, dalla personalità forte e incline a questo tipo di rapporti con gli adolescenti, e della giovane vittima, l’allora tredicenne vicentino, vulnerabile e influenzabile, ancora oggi in cura per le conseguenze di quei giorni di campeggio.



Una raffica di accuse. La lunga sfilza di accuse nei confronti di Ario Sciolari, 45 anni, residente a San Vito di Cadore, ma attualmente in Alaska con la compagna, andava dalla violenza sessuale su minore, atti sessuali e corruzione di minorenne. In pratica durante il camping nel quale Sciolari si proponeva di far vivere ai ragazzini l'esperienza della vita a contatto con la natura sullo stile dei nativi americani, la guida avrebbe massaggiato il 13enne toccandolo nelle parti intime, gli avrebbe chiesto di masturbarsi insieme a lui. Quindi , dopo il suo diniego, si sarebbe masturbato vicino a lui. Inoltre per ben cinque volte il ragazzino, che dormiva in tenda con Sciolari, si sarebbe svegliato nudo dopo essersi coricato vestito, e con il corpo di Ario, nudo anche lui, molto vicino al suo. Il nuovo difensore di Sciolari, l’avvocato modenese Daniele Ferrari, ha ribattuto alle accuse una per una chiedendo l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato o il minimo della pena.



La tesi difensiva di Sciolari. L’avvocato ha sostenuto la sua linea difensiva puntando sulla mancanza di effettiva violenza o di atti sessuali veri e propri fra i due, mentre si sarebbero verificati solo palpeggiamenti e sfregamenti. La madre del ragazzo, che ha revocato la costituzione in parte civile dopo essere stata risarcita, ha assistito all’udienza. Agli atti si sono le lettere dell’imputato al giudice.
Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 12:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA