Serena Mollicone, riprende il processo: in aula i movimenti dei Mottola e la dichiarazione di Tuzi

Dinanzi alla corte d'assise d'appello anche lo zio della 18enne assassinata nel 2001

Giovedì 14 Marzo 2024 di Vincenzo Caramadre
Serena Mollicone, riprende il processo: in aula i movimenti dei Mottola e la dichiarazione di Tuzi

Oggi si torna in aula con una nuova udienza nel processo d'appello per l'omicidio di Serena Mollicone.

Quattro i testi che verranno ascoltati, tra essi Antonio Mollicone, zio della studentessa di 18 anni assassinata il primo giugno 2001 ad Arce. Già ascoltato in primo grado, dinanzi alla corte d'assise di Cassino, la procura, nell'atto di appello alla sentenza di assoluzione, lo ha citato di nuovo per ascoltarlo sulle dichiarazioni relative al rientro in caserma, la notte del 2 giugno 2001, del maresciallo Mottola e di sua moglie. "Le sue dichiarazioni - ritiene l'accusa - sono state erroneamente valorizzate dalla Corte in contrapposizione con quanto dichiarato dall'appuntato Cuomo". Altro teste sarà proprio l'appuntato Emilio Cuomo che la corte d'assise di Cassino ha ritenuto "inattendibili"; dunque l'accusa intende riproporle alla corte d'assise d'appello di Roma. Sempre sul rientro in caserma dei coniugi Mottola verrà riascoltato anche Pasquale Simone, perché nell'appello si ritiene siano state "disattese" dalla corte di primo grado.

LE DICHIARAZIONI

Ma torneranno di piena attualità nell'udienza di oggi anche le dichiarazioni del brigadiere Santino Tuzi, il quale nella primavera del 2008 - prima di uccidersi con un colpo di pistola - riferì di aver visto la 18enne entrare in caserma, poi ritrattò e, infine, confermò la prima dichiarazione. Su questo aspetto verrà riascoltato il maresciallo Marco Sperati. Quest'ultimo dovrà riferire alla corte le modalità con le quali sono state condotte le escussioni di Santino Tuzi del 28 marzo 2008 e del 9 aprile 2008, "a fronte delle valutazioni espresse dalla Corte di primo grado circa la ritenuta inattendibilità di quelle dichiarazioni e sul colloquio che Tuzi ebbe con il pm Perna prima della ritrattazione della ritrattazione". Questo importante segmento dell'indagine che ha portato al processo Franco, Marco e Annamaria Mottola, ma anche il carabiniere Francesco Suprano e l'ex luogotenente Vincenzo Quatrale (tutti assolti in primo grado) era già stato affrontato nelle scorse udienze. Ampio approfondimento c'è già stato anche sugli aspetti di natura scientifica legati all'arma del delitto. Per l'accusa la giovane è stata sbattuta contro una porta di un alloggio della caserma; per la difesa e per i giudici di primo grado, questa ricostruzione non è "coerente" con le risultanze tecniche e scientificità.
 

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