Mafia Capitale, Buzzi: «Mille euro al giorno ai Casamonica per sorvegliare il campo rom»

Martedì 28 Marzo 2017 di Michela Allegri
Mafia Capitale, Buzzi: «Mille euro al giorno ai Casamonica per sorvegliare il campo rom»
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Mille euro al giorno a Luciano Casamonica, quando era appena uscito dal carcere per omicidio preterintenzionale. «Lui e sette del clan facevano il servizio di guardia nel al campo nomadi nel novembre 2014». A parlare è Salvatore Buzzi, il ras delle cooperative sotto processo per Mafia Capitale. In collegamento dal carcere di Tolmezzo, sottoponendosi al controesame degli avvocati delle difese, ha chiarito i termini dell'ingaggio di Casamonica – a prezzo più che generoso – nel campo nomadi che gestiva. In un altro passaggio dell'interrogatorio, Buzzi ha parlato anche di «buste di contanti» e di soldi dati per organizzare la Festa dell'unità di Casalbertone: «La Campana mi ha chiesto duemila euro per finanziare una festa». Il riferimento è alla deputata Pd Micaela Campana, che rischia oltretutto la contestazione di falsa testimonianza, visto che durante la deposizione come teste in audienza, a detta dei pm, avrebbe risposto con vaghezza alle domande degli inquirenti.

«Complessivamente abbiamo dato a Panzironi 875mila euro - ha poi aggiunto Buzzi, rispondendo alle domande dell'avvocato Pasquale Bartolo, legale dell'ex amministratore delegato di Ama - chiedeva sempre soldi». Il ras delle coop si è lasciato anche sfuggire qualche paragone ardito. Quando gli è stato chiesto se non provasse «vergogna» come comunista ad aver finanziato le campagne elettorali della destra, ha detto: «Rispondo in termini marxiani e citando Deng Xiaoping: non devi guardare se il gatto è bianco o nero, l'importante è che prenda il topo. Io avevo 300 persone da mantenere. Non ho mai votato Pdl».

Domani e giovedì, di fronte ai giudici sarà invece il turno di Massimo Carminati, considerato dagli inquirenti il boss della presunta cupola mafiosa che per anni avrebbe tenuto sotto scacco Roma. L'ex nar, che verrà interrogato dai pm in videoconferenza dal carcere di Parma dove è detenuto in regime di 41 bis, ha revocato il consenso della ripresa della propria immagine in vista dell'esame in aula: non saranno quindi ammesse le telecamere. Lo ha comunicato il suo avvocato, Ippolita Naso, in apertura dell'udienza.Tre settimane fa Carminati è stato ripreso dal monitor di sorveglianza del penitenziario emiliano mentre faceva il saluto romano al termine di un'udienza. Per quell'episodio, la Corte ha disposto l'acquisizione del video, che è stato anche inviato alla procura di Roma per verificare eventuali condotte penalmente rilevanti.
Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 14:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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