Ucraina, la truffa delle munizioni pagate 40 milioni e mai ricevute: il nuovo caso di corruzione nelle forze armate

Un ordine per 100 mila proiettili da mortaio sarebbe stato pagato per intero e in anticipo al fornitore, una ditta di armi ucraina poco conosciuta, Lviv Arsenal, che poi ha dirottato parte dell’importo sui conti di un’altra struttura affiliata nei Balcani

Domenica 28 Gennaio 2024 di Greta Cristini
Ucraina, la truffa delle munizioni pagate 40 milioni e mai ricevute: il nuovo caso di corruzione nelle forze armate

 Un altro giro di vite alla corruzione in Ucraina per rassicurare investitori internazionali, Washington e Bruxelles, ma che pure palesa che la strada di Kiev, verso uno Stato “pulito” o che rispetti i canoni occidentali, è ancora molto lunga. Secondo un comunicato rilasciato sabato, l’Sbu, l’agenzia dei servizi segreti ucraini, avrebbe arrestato cinque persone, tra cui ex e attuali alti funzionari del ministero della Difesa, responsabili di aver rubato quasi 40 milioni di dollari destinati all’acquisto di munizioni per l’esercito. Un ordine per 100 mila proiettili da mortaio sarebbe stato pagato per intero e in anticipo al fornitore, una ditta di armi ucraina poco conosciuta, Lviv Arsenal, che poi ha dirottato parte dell’importo sui conti di un’altra struttura affiliata nei Balcani. Alle truppe di Kiev che combattono e muoiono da quasi due anni contro Mosca, però, non è arrivata una sola munizione.

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GLI AMMANCHI

L’intelligence militare ucraina ha dichiarato di aver sequestrato il denaro rubato, che verrà reintegrato come fondi statali nel bilancio della Difesa, e di aver consegnato avvisi di garanzia a cinque sospettati, tra cui l’ex e l’attuale capo del Dipartimento, responsabile delle attrezzature militari presso il ministero, oltre ad alcuni dirigenti della società. Uno di questi è sotto custodia dopo esser stato fermato mentre cercava di lasciare il territorio ucraino. La frode, scoperta il mese scorso, risale all’agosto 2022, quando, a guidare la Difesa c’era Oleksii Reznikov, poi rimosso nel settembre 2023 in seguito a diversi scandali di corruzione di alto profilo nel ministero, relativi all’acquisto di munizioni, prodotti alimentari, attrezzature mediche e abbigliamento per i militari a prezzi gonfiati da commissioni esagerate.

Ora alla guida c’è Rustem Umerov, che appena insediato ha promesso «tolleranza zero per la corruzione nel ministero della Difesa». 

LA POLITICA

In gioco, oltre alla credibilità del governo che sul tema giustizia ha il suo tallone d’Achille, c’è il futuro politico, economico e sociale dell’Ucraina. Le speranze di ricostruzione del Paese e di ingresso nell’Ue si basano sulla lotta alla corruzione, fenomeno meno evidente nella vita pubblica dalla rivoluzione di Maidan del 2014, ma che persiste robusto nell’ombra e che con il conflitto ha trovato terreno fertile nei contratti di approvvigionamento per le forze armate di Kiev. Eppure, la società civile è divenuta sempre più intollerante nei confronti di una questione tanto spinosa quanto dirimente per il morale dell’opinione pubblica in tempo di guerra, soprattutto ora che quasi ogni famiglia ha un proprio caro che ha combattuto o combatte ancora al fronte. Sarà per questo che la decisione del presidente Volodymyr Zelensky di affidare l’autorità per la lotta alla corruzione all’Sbu, un’agenzia sotto il suo diretto controllo, piuttosto che agli organi di competenza già esistenti, ha scatenato polemiche e timori di insabbiamento di casi sensibili. Al 116esimo posto su 180 paesi nell’indice di percezione della corruzione del 2022, stilato da Transparency International, Kiev è uno dei soli dieci paesi che hanno costantemente scalato la classifica, salendo di 28 posizioni in un decennio. Un buon risultato, ma che non rinfranca i timori di Stati Uniti e Unione Europea dove il prosieguo dell’assistenza militare e finanziaria restano in bilico. 

Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio, 15:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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