Nuova batosta giudiziaria per Donald Trump, all'indomani della conferma del processo per il caso della pornostar Stormy Daniels.
Trump condannato, la sentenza
Si tratta di un colpo durissimo all'impero del tycoon e alla sua immagine di imprenditore di successo nel pieno della campagna elettorale per la Casa Bianca. Per l'ex presidente si tratta della terza condanna in sede civile, dopo i due processi per diffamazione e aggressione sessuale contro la scrittrice Jean Carroll, per i quali dovrà versare complessivamente circa 90 milioni di dollari. Sommati alla sanzione per gli asset gonfiati, si arriva a quasi mezzo miliardo, escludendo le spese legali, anche degli altri quattro processi penali ancora pendenti: una cifra che, secondo Bloomberg, potrebbe ridurre del 15% il suo patrimonio netto creando problemi di liquidità a breve. Inizialmente l'accusa aveva chiesto una sanzione di 250 milioni, elevandola a 370 al termine del dibattimento.
Le motivazioni
Secondo la procuratrice generale (dem) di New York Letitia James, l'intento di Trump e degli altri imputati di frodare mentre preparavano i rendiconti finanziari della Trump Organization è «incontrovertibile». La difesa ha sostenuto che la valutazione degli attivi del gruppo era soggettiva ma sincera, e che le banche non hanno perso un dollaro ma anzi hanno tratto vantaggio dai prestiti. La legge contestata non prevede tuttavia che sia dimostrato un danno. Interrogati in aula, Trump e i due figli hanno tentato di scaricare ogni responsabilità sui contabili, ma è emerso che erano loro a dare disposizioni. «Una caccia alle streghe», «un'interferenza elettorale», «una persecuzione politica»: ha martellato durante il processo il tycoon, attaccando duramente sui social sia il giudice che la pm «corrotti» e «faziosi». In aula ci sono state ripetutamente scintille, con l'ex presidente minacciato di essere cacciato per le sue intemperanze da Engoron, che lo ha pure multato un paio di volte per aver violato il suo 'gag order'. «Questo verdetto è una palese ingiustizia, New York non è più aperta al business», ha commentato oggi uno dei suoi avvocati preannunciando appello contro quelli che ha definito «errori catastrofici». Ora il tycoon cerca di concentrare i suoi sforzi per sabotare o rinviare altri tre processi: quelli federali per le carte segrete di Mar-a-Lago e per l'assalto al Capitol (la corte suprema deve decidere sull'immunità); e quello statale ad Atlanta per i suoi tentativi di sovvertire il voto in Georgia nel 2020, dove un giudice deve decidere se squalificare la procuratrice Fani Willis per la sua relazione clandestina e i possibili conflitti di interesse con Nathan Wade, il collega che ha ingaggiato per istruire l'inchiesta.