KILIS (TURCHIA) - Decine di migliaia di persone nel distretto di
Azaz, provincia di Aleppo, sono in fuga dall'avanzata
dell'Isis. I miliziani di al Baghdadi sono arrivati ai
sobborghi di Marea, teatro di violentissimi scontri nelle ultime
ore, tagliando in due la zona controllata dalle forze ribelli.
Senza supporto aereo della coalizione, difficilmente potranno
resistere. La zona è sotto controllo dell'Esercito
Libero Siriano, la principale forza combattente in opposizione al
regime di Assad nel Paese. I civili intanto scappano. Chi
può. Ma non riescono ad andare molto lontano. Il governo
turco ha infatti chiuso da diverso tempo il varco di confine di
Kilis. Non passa più nessuno e chi prova a farlo
illegalmente viene arrestato e spesso rispedito indietro. Siamo nel
sud della Turchia, a Kilis, e tutto quello che avviene
dall'altra parte del confine lo possiamo solo sentire dai
racconti dei rifugiati o vedere grazie alle telecamere degli
attivisti. Una volta Kilis era un posto sicuro, un paradiso, se
paragonato all'inferno siriano, dove migliaia di persone si
sono riversate in questi anni di guerra. «Per noi non
esistono i profughi, ci sono solo persone, esseri umani»,
dice Hasan Kara, il sindaco della città. «In questi
anni il numero di chi è venuto qui ha superato quello degli
abitanti. Centoventimila contro novantamila residenti turchi, ma
non c'è mai stato un atto di intolleranza».
Ultimo aggiornamento: 30 Maggio, 09:35
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