Putin ferito nel morale è più pericoloso? Come cambiano gli scenari della guerra in Ucraina: l'analisi della Cnn

Dopo la ribellione della Wagner il mondo si è reso conto che senza lo Zar il futuro potrebbe essere ancora più pericoloso

Lunedì 26 Giugno 2023 di Silvia Sfregola
Le milizie della Wagner a Rostov durante la rivolta

«Un Putin ferito potrebbe essere un Putin ancora più pericoloso». La minaccia dei mercenari della Wagner di entrare a Mosca pare ormai sventata, eppure la situazione resta avvolta nell'incertezza. In attesa dell'ultimo atto della tragedia russa e delle sue eventuali conseguenze sulla guerra in Ucraina, il presidente americano Joe Biden e l'Occidente si preparano ad ogni possibile scenario: da una Russia senza il suo Zar al rischio di un Armageddon nucleare. In un'analisi molto dettagliata sulla situazione russa la Cnn ha ricostruito bene come 
«l'umiliazione di Putin richiederà all'Occidente di studiare un nuovo equilibrio per salvare l'Ucraina».

E ancora che: «Adesso la posta in gioco occidentale nella guerra contro Kiev è aumentata in modo significativo».

 

Il golpe-show della Wagner

La marcia di Prigozhin verso Mosca - hanno concordato gli osservatori e ha ribadito la Cnn nella sua analisi - ha  esposto la debolezza intrinseca nel regime di Vladimir Putin e della sua stessa leadership. 
«Ha evocato - ha evidenziato l'emittente televisiva statunitense - la storia intrisa di sangue della Russia di rivoluzioni e colpi di stato. Nel frattempo, gli sforzi della Casa Bianca e dei suoi alleati stranieri per scoprire esattamente cosa stava succedendo hanno sottolineato la natura instabile di una guerra che potrebbe riscrivere la mappa dell'Europa e della storia moderna. Alla fine, la guerra civile che sembrava sul punto di scoppiare è stata scongiurata, almeno per ora». La sfida del capo dei mercenari Evgenij Prigozhin e la ritirata del presidente russo che, inizialmente lo aveva accusato di tradimento minacciando di punirlo prima di acconsentire all'accordo e prima di lasciarlo (apparentemente) fuggire in esilio in Bielorussia, ha aperto le crepe più profonde nell'autorità del presidente russo. Ora non c'è dubbio che la guerra scatenata dallo Zar per cancellare l'Ucraina dalla mappa rappresenti una minaccia esistenziale alla sua sopravvivenza politica. E il resto del mondo deve essere pronto ad affrontarne le conseguenze.

 

Il rischio guerra civile e le reazioni internazionali

Se ufficialmente la posizione di Washington, Bruxelles e della Nato nelle ultime ore è stata quella di restare alla finestra mentre il leader dei mercenari della Wagner lanciava e poi ritirava un attacco al Cremlino, le comunicazioni tra le due sponde dell'Atlantico sono state frenetiche. Biden ha trascorso il weekend a Camp David chiamando gli alleati e consultandosi con Jake Sullivan, il consigliere per la Sicurezza nazionale che di solito non lo accompagna fuori città. «La crisi in Russia ha rivelato profonde crepe nel sistema di potere di Putin», ha osservato il segretario di Stato americano Antony Blinken. Un Putin dimezzato inoltre, questo è il ragionamento della Casa Bianca e delle cancellerie europee, potrebbe essere sfidato dagli oligarchi o dai leader di regioni come Cecenia e Tatarstan per avere maggiore autonomia o addirittura l'indipendenza. L'altro timore è che la Cina possa approfittare del caos per aumentare la sua influenza sulla Russia aiutando lo Zar a restare al potere o favorendo la creazione di un governo fantoccio prima che l'Occidente avanzi qualche pretesa. Quel che è certo è che nessun governo europeo né gli Usa hanno mai parlato di Prigozhin come una possibile alternativa a Putin. La Wagner è da tempo nel mirino degli Usa e il suo leader, colpito da sanzioni, è considerato un signore della guerra senza scrupoli. Eppure c'è chi giudica il capo dei mercenari, figlio di un'artista che dirige una galleria a Londra, un candidato più che valido. Ma si guarda anche all'arcinemico di Putin Alexei Navalny, attualmente dietro le sbarre.

 

Il piano di Zelensky

Infine c'è il capitolo Ucraina. Volodymyr Zelensky ha salutato la crisi come un punto a proprio favore. Blinken ha parlato di «un ulteriore vantaggio» per la controffensiva di Kiev ricordando che lo stesso Prigozhin, sin dall'inizio, ha messo in discussione l'invasione e la gestione della guerra da parte dei generali russi. Ora c'è da capire quanti soldati russi vorranno continuare a combattere per una causa quasi persa. D'altra parte Putin potrebbe dare nuova linfa alla sua guerra epurando i vertici militari. Per «il momento non abbiamo notizia di nessun generale cacciato dal Cremlino», ha spiegato il segretario di Stato Usa avvertendo che bisognerà aspettare i prossimi giorni per scoprire cosa accadrà. «Le dichiarazioni dei leader occidentali - ha evidenziato la Cnn - secondo cui si trattava di una questione interna russa riflettevano il desiderio di negare a Putin un pretesto per rinnovare le sue considerazioni di essere vittima di un complotto occidentale per rovesciarlo e sopprimere la dignità del Paese come grande potenza e per tagliare la sua sfera di influenza geopolitica». Il giornalista dell'emittente americana Kevin Liptak ha riferito che nelle conversazioni telefoniche con i leader di Francia, Gran Bretagna e Germania, il presidente americano Joe Biden è stato irremovibile sottolineando «la necessità di mantenere ad ogni costo bassa la temperatura e di non interferire su quello che stava accadendo in Russia per prevenire la terza guerra mondiale».

 

La situazione in Russia adesso 

Per il generale americano David Howell Petraeus, ex direttore della Cia in pensione il mondo non vuole che «un Paese come la Russia, che si estende su 11 fusi orari e include repubbliche nella sua Federazione composta di molti diversi gruppi etnici e settari, vada in pezzi». Intervistato dalla Cnn il generale non ha escluso che il tentato golpe dei mercenari possa significare la fine del regime di Putin. «Non lo sappiamo - ha spiegato - Chiunque lo segua, in tal caso, sarà ancora più dittatoriale, come temevamo potesse accadere se Prigozhin avesse avuto successo? Potrebbe davvero esserci un leader pragmatico che intervenga e si renda conto di quale errore catastrofico sia stata l'invasione dell'Ucraina e si renda conto che hanno bisogno di ricucire con l'Occidente? Ci sono molte incognite». Un Putin ferito potrebbe essere un Putin ancora più pericoloso, su questo l'ex direttore della Cia non ha dubbi. «È stato a lungo chiaro che il successo ucraino in questa guerra potrebbe rappresentare una seria minaccia politica al governo di Putin. Ma una cosa è affermarlo in teoria. Dopo questo fine settimana, questa nuova realtà richiederà all'Occidente di esaminare ancora una volta il suo equilibrio per salvare l'Ucraina. È possibile che l'umiliazione del leader russo possa indurlo a chiedere una spinta ancora più feroce. Se il conflitto politico in Russia danneggia ulteriormente il morale delle sue truppe e porta a perdite sul campo di battaglia, la posizione di Putin potrebbe diventare ancora più difficile. Ciò alimenterà i timori che il leader russo possa minacciare una catastrofica escalation della guerra dopo mesi di avvertimenti sulle armi nucleari». E se il weekend appena trascorso è stato l'anticipazione di un possibile crollo del regime dello Zar, con la guerra che non accenna a fermarsi, è evidente che anche l'Occidente potrebbe rischiare grosso.

Ultimo aggiornamento: 15:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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