Cracovia Il Papa parla alla Polonia per farsi ascoltare dal resto dell'Europa. Bisogna evitare chiusure, isolamenti, egoismi. Dietro questo richiamo ci sono le misure strettissime del governo del presidente Duda, cattolicissimo e ultra nazionalista, contro i migranti che arrivano dalle zone di guerra. Misure naturalmente criticate dall'episcopato polacco che, in alcuni recenti interventi, ha fatto notare quanto il problema sia in percentuale marginale (gli stranieri che legalmente risiedono in Polonia sono lo 0,4 per cento della popolazione).
Al Santuario della Divina Misericordia Papa Francsco ricorda ai fedeli (e quindi anche alla premier ultra cattolica Beata Szdilo) che
conformare tutta l’esistenza a Gesù significa "fuggire le situazioni
appaganti che lo metterebbero al centro, significa non ergersi sui
traballanti piedistalli dei poteri del mondo e non adagiarsi
nelle comodità che infiacchiscono l’evangelizzazione; non sprecare
tempo a progettare un futuro sicuro e ben retribuito, per non
rischiare di diventare isolati e cupi, rinchiusi nelle pareti
anguste di un egoismo senza speranza e senza gioia". Nella messa
con sacerdoti, religiosi, consacrati e seminaristi polacchi, ha spronato la nazione di San Giovanni Paolo II a non "rimanere un po’ rinchiusi, per timore o per
comodità", nei propri ambiti.
"Nella nostra vita di sacerdoti e consacrati può esserci spesso
la tentazione di rimanere un po’ rinchiusi, per timore o per
comodità, in noi stessi e nei nostri ambiti".
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