Sequestrata per 8 anni, Natascha Kampusch
rivela in un libro: "Filmata nuda e umiliata"

Martedì 22 Marzo 2016 di Giacomo Perra
Wolfgang Priklopil e Natascha Kampusch
 Non gli era bastato rapirla e segregarla per otto lunghi anni, rubandole la libertà e l’adolescenza. Ha voluto completare la sua perversa opera facendola oggetto di continue umiliazioni: come in quei video, in cui si “divertiva” a ritrarla nuda e a ferirla nel suo orgoglio di bambina e ragazzina con comportamenti ed epiteti disumani.
 
Sono choccanti i particolari emersi in The Whole Shameful Truth, il libro scritto dal giornalista e poliziotto tedesco Peter Reichard per ricostruire la drammatica vicenda, conclusasi per fortuna col lieto fine, di Natascha Kampusch, l’austriaca sequestrata a Vienna nel 1998 all’età di dieci anni e scampata, finalmente, alla sua folle ed estenuante prigionia con una provvidenziale fuga il 23 agosto del 2006.
 
Il suo aguzzino, colui cioè che la tenne reclusa in casa sua, all’interno di una cella di tre metri per quatto sigillata con una porta blindata, sottraendola ai suoi familiari e a una fino ad allora tranquilla e serena esistenza, si chiamava Wolfgang Priklopil, era un ingegnere disoccupato trentatreenne e, nel giorno dell’”evasione” di Natascha, decise di togliersi la vita gettandosi sotto un treno.
 
Per Reichard, contrariamente a quanto riportato dai primi servizi giornalistici usciti con l’emergere del fatto, non ci sono dubbi: oltre ad averla ridotta in schiavitù e ad aver abusato sessualmente di lei, Priklopil, per tutti il “mostro” di Vienna, l’avrebbe vessata sadicamente filmandola più volte con una telecamera in circostanze a dir poco mortificanti. Stando agli estratti del libro pubblicati dalla Bild, uno di questi video mostrerebbe la Kampusch all’età di dodici anni, “nuda, denutrita e con le costole visibili”, intenta, sotto costrizione, a salire e scendere da una scala.
 
In un’altra clip, invece, la si vedrebbe con i capelli rasati e con un solo tozzo di pane da mangiare mentre il suo carceriere le intimerebbe il silenzio e la insulterebbe dandole della “vacca”. In successivi brani dello stesso filmato, inoltre, Priklopil si rivolgerebbe alla povera Natascha chiamandola “schiava” e invitandola ad assumere un atteggiamento di rispettosa umiltà.
 
Frutto di quasi un decennio di ricerche, The Whole Shameful Truth è stato redatto da Reichard  con il consenso e la collaborazione della Kampusch, autrice, a sua volta, nel 2010, di 3096 giorni, il volume in cui, dopo aver riaperto il cassetto dei ricordi, decise di raccontare la sua terribile esperienza. Da quel libro, tradotto in 25 lingue e capace di vendere più di un milione di copie in tutto il mondo, nel 2013 venne tratto anche un omonimo film diretto dal regista Sherry Hormann.
Ultimo aggiornamento: 16:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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