Migranti, boom di arrivi in Spagna: spunta la rotta alternativa

Giovedì 10 Agosto 2017 di Cristiana Mangani
Migranti, boom di arrivi in Spagna: spunta la rotta alternativa
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La segnalazione arriva dall’Organizzazione mondiale per le migrazioni (Oim): «C’è un aumento significativo di presenze lungo il Mediterraneo occidentale. Stiamo cercando di capire perché, e se si stia creando una piccola rotta alternativa». Flavio Di Giacomo, portavoce dell’Oim, spiega che il fenomeno viene osservato con grande attenzione. E, dati alla mano, cita un aumento di arrivi in Spagna che viene quantificato nel 230 per cento in più. Una cifra che, detta così, fa una certa impressione, visto che da tempo la Spagna era riuscita a contenere gli sbarchi con un sistema di protezione inespugnabile. Fino al sei agosto, lungo la rotta del Mediterraneo occidentale via mare, ne sono arrivati 8.183 e ne sono morti 120 contro i 2.476 ingressi e i 97 decessi dell’anno precedente.
 


LA TESI
«E’ vero che se una rotta diventa pericolosa - chiarisce Di Giacomo - i migranti ne cercano un’altra. Chi non vuole andare in Libia ma intende comunque raggiungere l’Europa, magari tenta di entrare dalla Spagna. Al momento sono solo ipotesi ed è ancora troppo presto per capire». Tutto questo, però, potrebbe riguardare anche l’Italia che in questo periodo sta registrando una importante diminuzione negli sbarchi.

Le cifre dell’Organizzazione mondiale parlano di 116.692 arrivi in Europa attraverso il Mediterraneo, e di questi 2.605 hanno perso la vita o sono dispersi. Un numero complessivo che registra un calo del 3,3 per cento nel numero degli arrivi e del 17,4 per cento in quello delle morti rispetto al 2016. La stragrande maggioranza è arrivata in Italia, anche se da almeno una settimana, i flussi sembrano scomparsi e il dato registra il 3,7 per cento in meno rispetto allo scorso anno. Molto diverso lo scenario nel Mediterraneo orientale dove il calo è sensibile, meno 92,7 per cento, con 11.713 arrivi rispetto ai 160.888 del periodo analogo.

Quali le ragioni possibili delle inversioni di tendenza. Le vie di ingresso in Spagna sono due: la rotta dell’Africa occidentale, dalla costa atlantica del Marocco verso le isole Canarie. E quella del Mediterraneo occidentale, che passa per le due enclave di Ceuta e Melilla, cittadine spagnole in terra marocchina, diventate fortezze e circondate da tre reti alte una decina di metri, e da fossati. Negli anni Novanta, i migranti diretti in Spagna erano per lo più cittadini marocchini e algerini. Poi il Marocco si è trasformato in Paese di transito per i sub-sahariani, provenienti da Mali, Sudan, Ciad, Camerun, Nigeria, Repubblica centrafricana. Con un aumento delle persone in movimento lungo questa rotta e diversi episodi di tensione al confine. L’ultimo nell’ordine proprio qualche giorno fa a Ceuta, quando un migliaio di persone ha tentato di forzare il blocco e duecento hanno provato a superare le barriere.

L’ACCORDO
E’ di qualche mese fa - secondo alcuni giornali internazionali - un accordo non scritto tra Rabat e Madrid sul controllo delle frontiere, raggiunto proprio dopo alcuni ingressi illegali a Ceuta. La militarizzazione dei confini avrebbe, però, un altro vincolo che è legato all’esito della disputa tra Marocco e Unione europea in materia di libero scambio. Segno che i rapporti tra il Regno del Marocco e l’Europa sono in fase di ridefinizione e che le politiche migratorie potrebbero subire conseguenze proprio perché legate a interessi nazionali.

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Ultimo aggiornamento: 21:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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