Manchester, tra le città più radicalizzate d'Europa ma poco in vista

Martedì 23 Maggio 2017 di Cristiana Mangani
Manchester, tra le città più radicalizzate d'Europa ma poco in vista
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Come al Bataclan a Parigi, la scelta è stata di un luogo aperto, pieno di giovani, in questo caso anche di bambini.
Con un effetto devastante. L'Inghilterra torna all'incubo del 7 luglio del 2005 quando a Londra quattro bombe piazzate da al Qaeda su mezzi del trasporto pubblico uccisero 56 persone, compresi i quattro kamikaze, e ne ferirono 700. Perché Manchester? Perché obiettivo meno in vista, ma anche perché è una delle città più radicalizzate in Europa. Oltre il 15 per cento della popolazione è di religione islamica e la radicalizzazione è un fatto ben noto, alimentato da moschee nelle quali si predica il fondamentalismo.

 
 

Sono almeno 1500 i giovani che hanno lasciato la Gran Bretagna negli scorsi anni per raggiungere luoghi di guerra in Siria e in Iraq, su 3000 che vivono in Inghilterra e che i servizi segreti britannici considerano aderenti all'Isis. Molti di questi stanno tornando, e forse proprio per compensare le sconfitte del Califfato sul campo, colpiscono in Occidente. Ma c'è anche un altro problema che preoccupa moltissimo gli 007 della regina, e sono quei 1000 uomini rinchiusi nelle carceri del paese, che potrebbero uscire a breve e che non hanno mai abbandonato il fondamentalismo. Proprio da Manchester, poi, nel 2014, sono partite due giovanissime di origine somala e cittadinanza britannica, per raggiungere il fratello che si era unito all'esercito del Califfo. Mentre l'anno scorso è toccato a un venditore di fiori sempre della zona, diventare un possibile target del terrore nero. Stephen Leyland, 64 anni, abituato a servire signore tranquille, moglie di giocatori, una volta anche David Beckham, è finito sulla copertina del primo numero di Rumiyah, il magazine online jihadista. La sua foto è stata usata per accompagnare un articolo nel quale si invitava i terroristi a spargere «il sangue del venditore di fiori». La scelta dell'immagine è stata probabilmete casuale, ma di certo arriva da qualcuno che vive nella stessa zona.

In queste ultime settimane, poi, la propaganda jihadista ha tenuto il volume alto. Molti gli appelli a colpire, ed è tornata in campo al Qaeda, con il figlio di Osama bin Laden, Hamza, che ha inviato un messaggio audio sul web. Il giovanissimo ha lanciato una indicazione generale ad aggredire l'Occidente a tutti i seguaci del terrore, proprio nel periodo del Ramadam. L'attentato nell'Arena dove si stava svolgendo il concerto di Ariana Grande, una pop star americana molto giovane e molto seguita, sembra un fatto un po' diverso di quello avvenuto due mesi fa sul ponte di Westminster quando il cinquantaduenne cittadino britannico Khalid Masood, insegnante di inglese di Birmingham con precedenti penali per piccoli reati, si è lanciato alla guida di un’automobile sui passanti che affollavano il marciapiede. Cinque le persone morte, cinquanta i feriti. Qualcosa di più organizzato e pensato. In queste ore, riporta il sito Site, che monitora il web ”nero“, molti canali di informazione jihadista inneggiano all'attentato e ne rivendicano la paternità. E si parla anche della diffusione di un video che riprenderebbe il kamikaze in azione, poco prima di farsi esplodere. 
Ultimo aggiornamento: 17:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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