Brasile, Lula assolto lancia la sfida a Bolsonaro per le elezioni 2022: «È un fascista e genocida»

Sabato 17 Aprile 2021
Brasila, Lula assolto lancia la sfida a Bolsonaro in vista delle elezioni: «È un fascista e genocida»
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Lo ha definito «fascista», ma soprattutto ora è pronto a dargli battaglia. Perché la campagna elettorale per il 2022 è già aperta. L'ex presidente del Brasile Lula ha confermato la volontà di candidarsi nel 2022 contro l'attuale capo dello Stato, Jair Bolsonaro. «Se necessario, mi candiderò a vincere le elezioni contro un fascista chiamato Bolsonaro, un genocida, che è il maggior responsabile del caos della pandemia di coronavirus», ha affermato l'ex presidente-operaio.

Lula esce pulito dalla lunga vicenda giudiziaria che gli ha impedito di partecipare alle presidenziali del 2018, per le quali era largamente favorito, vinte poi da Bolsonaro.

L'ex presidente di sinistra si è sempre dichiarato innocente e ha accusato il giudice Sergio Moro e il pool della Lava Jato di «persecuzione politica». Un sospetto avvalorato dalla scelta di Moro di accettare l'incarico di ministro della Giustizia del governo Bolsonaro. La Corte suprema si riunirà nuovamente in seduta plenaria il prossimo 22 aprile per discutere il ricorso presentato dai legali di Lula contro Moro ed i magistrati del pool di Curitiba, titolari dell'inchiesta che ha fatto tremare i palazzi del potere in Brasile e in mezza America latina ma ormai silenziata dalla procura generale. 

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Lula, a 75 anni e dopo aver scontato 580 giorni in carcere, si gode la riabilitazione politica e pensa sempre di più a candidarsi nel 2022, confortato anche dai sondaggi. L'ultimo dei quali, pubblicato ieri, indica infatti l'ex presidente-operaio come vincente col 52% contro il 34% in un ipotetico ballottaggio contro Bolsonaro. Anche se, avrebbe confidato Lula ad alcuni amici, «non necessariamente» correrà in prima persona e la sua priorità rimane unire le forze con altri partiti per affrontare l'estrema destra. L'immagine di Bolsonaro è in forte calo per la sciagurata gestione della pandemia, che ha fatto precipitare il Brasile in una gravissima crisi sanitaria ed economica, che ha ampliato ulteriormente la forbice sociale. Il presidente negazionista è ormai isolato anche sul palcoscenico internazionale, dopo l'uscita di scena di Donald Trump, suo principale punto di riferimento politico. Lula ha accusato Bolsonaro di essere «un genocida» e di aver portato il Brasile «alla fame e alla disperazione». Una commissione d'inchiesta parlamentare appena istituita in Senato dovrà fare luce sulle sue responsabilità. Ma da oggi la campagna elettorale per il 2022 è già aperta.

Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 09:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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