Londra, l'evacuazione da farsa di Theresa May: figuraccia 007

Sabato 25 Marzo 2017 di Cristina Marconi
Londra, l'evacuazione da farsa di Theresa May: figuraccia 007
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LONDRA - Con tutte le incognite ancora da chiarire sulla vita dell'attentatore e sul suo presunto ruolo periferico in passate indagini sul terrorismo, la dinamica dell'attacco di Westminster sta ponendo alcune questioni sul lavoro dei servizi di sicurezza britannici: oltre al fatto che a sparare all'attentatore e a fermarne la corsa verso il parlamento è stata una delle guardie del corpo del ministro della Difesa Michael Fallon, mentre gli agenti di guardia erano disarmati, all'intera scena ha assistito il poliziotto di più alto rango del paese, Craig Mackey, tra i primi a lasciare sotto scorta il palazzo di Westminster. «Sono stato personalmente testimone di una parte degli eventi di ieri, compresa parte della tragica aggressione all'agente Palmer», morto per le coltellate ricevute da Khalid Masood, ha spiegato Mackey, che proprio per il suo ruolo da testimone non può guidare le indagini, in mano a Mark Rowley, capo dell'antiterrorismo. Il fatto che Mackey abbia lasciato la scena così rapidamente invece di rimanere sul posto è stato fatto notare nel corso di una conferenza stampa a Rowley, che ha risposto piccato: «È frustrante sentire cose senza senso come queste da critici in poltrona».
 

 

LA VULNERABILITÀ DEL PALAZZO
Mackey sta svolgendo la funzione di capo della Metropolitan Police in attesa che il mese prossimo si insedi Cressida Dick, prima donna a guidare l'istituzione. Oltre alla vulnerabilità del palazzo del parlamento, a far sorgere dei dubbi è stato anche il video, pubblicato ieri, della premier Theresa May che viene portata via d'emergenza da Westminster, dando l'impressione di una procedura tutt'altro che rodata, con un momento di confusione sulla macchina in cui salire, sulla direzione da prendere. Tanto che il professor Anthony Glees, capo del Centro di studi sulla sicurezza all'Università di Buckingham, ha detto al Guardian che l'attacco ha dimostrato una «mancanza di protezione» del palazzo e dei «segni inquietanti di caos» nel modo in cui la May è stata portata a Downing Street, oltre al fatto che se l'attentatore avesse avuto degli esplosivi, cosa che non si poteva escludere, potevano esserci danni ancora più gravi.

Mentre il numero delle vittime civili è salito a tre, con il settantacinquenne Leslie Rhodes, un pensionato, spirato nella serata di giovedì, e altre diciassette persone rimangono in ospedale, con una ancora in pericolo di vita, le indagini hanno portato ad un totale di undici arresti tra Londra, Manchester e Birmingham, con perquisizioni anche a Brighton, in Galles e nel Sussex. Un paio di operazioni hanno riguardato case di lusso in zone ricche, tra gli sguardi sgomenti degli abitanti. Poco lontano da dove Masood abitava a Birmingham, nel sobborgo di Winson Green e poco distante da un carcere, è stato arrestato un uomo che, stando ai racconti, avrebbe sorriso beffardo agli agenti. Secondo un vicino si tratterebbe di un cittadino saudita con quattro figli che viveva lì da meno di un anno.Poco distanti sarebbero stati sequestrati tre veicoli, che vanno ad aggiungersi alla quantità di materiale che gli inquirenti devono passare al vaglio per tracciare un ritratto più chiaro di quest'uomo dalle molte identità e dalle molte residenze che alle 2,37 di mercoledì, due minuti prima di accelerare col suo suv per andare addosso ai pedoni, era su WhatsApp.

UN MINUTO DI SILENZIO
Ieri a Westminster i leader religiosi della comunità cristiana, musulmana e ebrea hanno tenuto un minuto di silenzio a Westminster, prima di abbracciarsi.

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Ultimo aggiornamento: 27 Marzo, 08:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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