Lione invasa dalle pecore, protesta dei pastori contro gli attacchi dei lupi: «Non c'è prevenzione»

Martedì 10 Ottobre 2017 di Antonio Bonanata
Lione invasa dalle pecore, protesta dei pastori contro gli attacchi dei lupi: «Non c'è prevenzione»
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Un lungo, prolungato belato che inonda le strade del centro di Lione, nel perfetto stile dei flashmob: non si tratta della scena di una commedia francese ma quello che è successo ieri pomeriggio nel capoluogo della regione del Rodano, dove i pastori d’Oltralpe si sono dati appuntamento per protestare contro il governo e chiedere maggiori tutele per le proprie pecore dagli attacchi dei lupi. Di fronte alle ripetute stragi di greggi, subite dagli allevatori di ovini negli ultimi anni e causate dal ripopolamento dei lupi, che risale a due decenni fa, l’incolumità del bestiame oggi non è più garantita.

Erano circa 1500 gli esemplari condotti dai pascoli della regione nella seconda città di Francia, nonostante in tutta l’area interessata dagli attacchi il numero dei capi coinvolti arrivi a 800mila. «Queste pecore sono diventate una vera e propria dispensa per i lupi» ha dichiarato alla France Press l’allevatore François Giacobbi, che parlava a nome degli altri pastori radunatisi a Lione. Un ovino, la pecora di questi territori, ancor più prezioso, se si pensa che dal loro latte si produce il Roquefort, il celebre formaggio DOP erborinato.

I pastori francesi hanno inoltre segnalato l’inconsistenza dei mezzi di difesa utilizzati sinora per cercare di salvare il bestiame, come l’impiego massiccio di cani o l’istallazione di recinzioni elettrificate. Nel 2016 si è consumata una vera strage: circa ottomila i capi sbranati, una carneficina concentrata soprattutto nel sudest della Francia, nel territorio di cui Lione è capoluogo. Quest’anno siamo a 4153 pecore uccise, secondo i dati più aggiornati forniti dal governo di Parigi. Ma l’aumento maggiore degli assalti si è avuto proprio nella regione dell’Alvernia, dove si è passati dalle 16 pecore morte nel 2016 alle 50 di quest’anno.
Gli allevatori si stanno opponendo strenuamente al piano del Ministero dell’ambiente di fissare a 40 i lupi da abbattere entro il prossimo luglio in tutto il paese, numero lasciato invariato dallo scorso anno dal nuovo ministro Nicolas Hulot, senza tener conto (ed è questo il punto cui si oppongono i pastori) dell’aumento di esemplari registrato. La legge vigente, infatti, consente di uccidere fino a 32 lupi in battute di caccia organizzate, mentre altri otto potranno essere abbattuti direttamente dai pastori nel caso di attacchi imminenti o in corso.

C’è poi il tema spinoso degli indennizzi a cui gli allevatori che hanno subito assalti possono accedere, ma solo attraverso una complessa procedura volta a dimostrare che le misure di protezione richieste erano state adottate; sul punto, i sindacati hanno chiesto un tavolo di confronto con il governo, per agevolare la procedura e facilitare la concessione dei risarcimenti.
Ultimo aggiornamento: 18:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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