Libia, apre ospedale italiano. Via all'addestramento in mare per bloccare i migranti

Giovedì 20 Ottobre 2016
Libia, apre ospedale italiano. Via all'addestramento in mare per bloccare i migranti
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I primi pazienti libici sono stati accolti oggi nell'ospedale da campo italiano allestito in poco più di un mese nei pressi dell'aeroporto da Misurata. Lunedì prossimo, poi, partiranno i corsi di addestramento in mare e a terra a favore della Guardia costiera e della Marina libica per provare a bloccare le partenze di migranti. Ad annunciare i primi passi concreti dell'impegno italiano in Libia è stata oggi il ministro della Difesa, Roberta Pinotti.

Ippocrate, la missione per realizzare l'ospedale da campo chiesto dalle autorità di Tripoli, era stata annunciata in
Parlamento lo scorso 13 settembre. Già dal giorno dopo, ha ricordato il ministro, «i nostri medici sono arrivati ed hanno cominciato ad operare all'ospedale civile di Misurata e dopo quattro giorni era pronto il primo nucleo con 12 posti letto all'ospedale da campo nostro, che a questo punto è completamente operativo con 50 posti letto e tutte le specialità che avevamo annunciato. Abbiamo rispettato i tempi che ci eravamo dati». 

Da oggi è così iniziato il flusso di pazienti che vengono selezionati dall'ospedale civile di Misurata ed inviati alla struttura italiana che si compone di 300 militari: 65 tra medici e infermieri, 135 che si occupano di logistica e 100 parà della Folgore che garantiscono la sicurezza. Gli assetti sanitari sono specializzati nel trattamento dei feriti di guerra, in particolare nella chirurgia d'urgenza, vascolare, maxillo facciale, ortopedica e neurochirurgia. Attivi reparti di pronto soccorso, terapia intensiva, radiologia, laboratorio di analisi.

Il dispositivo attivato prevede una capacità di trasporto di urgenza da Misurata verso l'Italia, con lo schieramento all'aeroporto di un C-27J dell'Aeronautica Militare. Inoltre, una nave dell'operazione Mare Sicuro è stata distaccata davanti alle coste libiche, in acque internazionali, con compiti di supporto e sicurezza alla Task Force. Ippocrate opera in un Paese ad alto rischio, dove il Governo di accordo nazionale di al Serraj, appoggiato dall'Onu, non ha il controllo del territorio. In questo contesto si è parlato di richieste di aumento dell'impegno italiano.

Pinotti è cauta. «Non ci sono arrivate - ha assicurato - richieste particolari, non è che ci sono gli Stati Uniti o qualcun altro che ci chiede qualcosa. Sul campo possono esserci via via necessità di sicurezza, vediamo quali sono e decidiamo. Ad oggi le cose decise sono l'ospedale e l'addestramento della Guardia costiera e della Marina libiche. C'è comunque - ha sottolineato - un'interlocuzione con la Libia, noi supportiamo il governo al Serraj e chiediamo sempre di più la capacità inclusiva, perché tutte le componenti del Paese possano essere rappresentate». Anche il generale Haftar, che col Parlamento di Tobruk si oppone all'esecutivo di Tripoli? «Con tutti» ha replicato il ministro.

Da lunedì, dunque, partiranno i primi corsi di addestramento a favore dei corpi di mare della Libia. Non è una novità. Già ai tempi di Gheddafi gli italiani avevano formato diverse unità delle forze di sicurezza libiche e donato motovedette ed altri mezzi. Che poi sono andati a rafforzare le varie milizie che si combattono nel Paese. Ora si riprova. Prima della crisi del Paese, ha spiegato il ministro, «c'era la disponibilità dell'Italia a dare 11 pattugliatori per vigilare sulle coste, la stessa operazione che era stata fatta con la Tunisia. Oggi si sta aprendo questo cantiere». 

 
Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 18:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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