Libia, l'appello del collega dei tecnici italiani rapiti: «Non si dica che se la sono cercata»

Lunedì 20 Luglio 2015
Libia, l'appello del collega dei tecnici italiani rapiti: «Non si dica che se la sono cercata»
«Freedom (libertà) for Gino, Filippo, Salvo e Fausto». È questo il messaggio apparso nel compound di Wafa, il secondo centro della Libia dove lavora l'azienda parmigiana Bonatti.



Lo striscione, che fa i nomi di battesimo presunti dei quattro rapiti, è stato fotografato e postato su facebook da alcuni colleghi dei quattro tecnici rapiti, fra di loro Manuel Bianchi, noto a parma come ex collega in Bonatti. «Quello che è successo in Libia oggi - scrive Bianchi - poteva benissimo accadere a me fino ad un anno fa - ha commentato su facebook la foto che ha ricevuto da altri e postato -.
Ci si reca in quei posti solo per lavorare e non per divertirsi; per farvi arrivare il gas con il quale vi riscaldate in inverno, con il quale vi raffreddate in estate (ebbene sì) e con il quale vi fate da mangiare tutto l'anno. Per cui questa volta non ammetto "se la sono cercata", ma solo #Solidarietà».
Ultimo aggiornamento: 19:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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