India, stuprata denuncia i suoi aguzzini: poliziotto le chiede favori sessuali in cambio del loro arresto

Giovedì 22 Giugno 2017 di Federica Macagnone
India, stuprata denuncia i suoi aguzzini: poliziotto le chiede favori sessuali in cambio del loro arresto
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Da mesi vive nella paura. Da mesi chiede giustizia per quel crimine orribile. Tuttavia, invece, di vedere dietro le sbarre i suoi violentatori, si è ritrovata a dover lottare con l'ennesimo sopruso, con l'ennesima umiliazione quando un poliziotto le ha chiesto favori sessuali in cambio dell'arresto dei due uomini che l'avevano stuprata. Ma quella donna di 37 anni non si è arresa e ora ha denunciato quello che ha dovuto sopportare negli ultimi mesi, consegnando le prove ai giornalisti del "Times of India" che adesso stanno sollevando il caso destando scandalo in tutto il Paese.

Tutto ha avuto inizio lo scorso 21 febbraio, quando la donna stava rientrando a casa a Rampur, nell'Uttar Pradesh: dopo aver fatto visita ad alcuni parenti  ha accettato il passaggio in auto di due uomini, Ameer Ahmad, 55 anni, e Sattar Ahmad, 45. Quando all'arrivo i due si sono resi conto che la donna era sola in casa l'hanno violentata e sono scappati. La vittima ha immediatamente denunciato il fatto alla stazione di polizia di Rampur, dove il suo caso è finito nelle mani di Jai Prakash Singh. Da quel momento per lei è iniziato un calvario nel calvario: mentre iniziava a temere che i suoi aguzzini, che vivono non molto distante da lei, potessero vendicarsi, dall'altra doveva fronteggiare le avance dell'agente che l'aveva minacciata: non avrebbe mosso un dito se lei non avesse «soddisfatto i suoi desideri». Da febbraio il poliziotto ha continuato a mandarle messaggi e a chiamarla chiedendole incontri privati, ai quali la donna non si è mai presentata: quando infine gli ha chiesto di fare semplicemente giustizia, Singh ha fatto in modo che il caso venisse chiuso. Stanca e frustrata si è presentata nuovamente alla stazione di polizia per incontrare Singh e ha registrato tutto quello che lui le diceva.

«Ogni volta che mi avvicinavo a lui mi diceva sempre la stessa cosa: per far arrestare i miei stupratori dovevo prima fare sesso con lui e soddisfare i suoi desideri. Non faceva altro che chiedermi i dettagli sconcertanti dello stupro e poi ricominciava con le richieste. Quindici giorni fa, all'ennesimo rifiuto, ha chiuso il caso, così io ho deciso di registrare un nostro incontro e consegnarlo al capo della polizia».

«La voce nella registrazione non corrisponde a quella del nostro investigatore - si è difeso il capo della polizia Vipin Tada - Indagheremo accuratamente sulle accuse ». La notizia ha destato scandalo in India, ma verità e giustizia sono ancora molto lontane in un Paese dove gli stupri sono un problema sociale: solo nel 2015 sono stati denunciati 34.000 casi, ma si tratta di un numero al ribasso considerato che molte donne non denunciano per paura di essere emarginate o per il timore di non essere credute.
Ultimo aggiornamento: 23 Giugno, 15:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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