Francia al voto, 47 milioni alle urne, 007: «Seggi sorvegliati speciali»

Sabato 22 Aprile 2017
Francia al voto, 47 milioni alle urne, 007: «Seggi sorvegliati speciali»

È un voto blindato quello di oggi in Francia per il primo turno delle presidenziali, a tre giorni dall'attacco sugli Champs-Elysées a una pattuglia della polizia.

Lo conferma una circolare segreta dei servizi francesi, pubblicata in esclusiva dal quotidiano Le Parisien. Nella nota «confidenziale», al primo posto fra i rischi previsti c'è «la minaccia jihadista, costante e sostanziale». Per questo, nei seggi, considerati i luoghi più vulnerabili domani, si definisce «indispensabile la presenza della polizia all'apertura», con un contatto permanente anche «nelle prefetture e nei luoghi di spoglio». Per avere uomini a sufficienza sono stati predisposte «restrizioni nei permessi» di polizia, gendarmi e militari. Altro rischio previsto, «violenze urbane per raduni più o meno importanti dopo l'annuncio dei risultati», in particolare se dovesse risultare qualificata al ballottaggio la coppia Le Pen-Melenchon. Infine, incombe la minaccia informatica, in vista della quale è stato «rafforzato» lo scudo anti-hacker del ministero dell'Interno

Undici i candidati per l'undicesima elezione del capo dello stato nella storia della Quinta Repubblica. A pronunciarsi sono chiamati oltre 47 milioni di francesi ma il 31% di loro pensa di non recarsi alle urne né per il primo turno di domenica 23 aprile né per il ballottaggio del 7 maggio. Sarebbe un'astensione da record, ma per il secondo turno molto dipenderà da chi saranno i due sfidanti.

Gli elettori di alcuni territori d'oltremare francesi hanno già votato ieri, sabato, un giorno prima quindi dell'apertura dei seggi sul territorio della Francia. Tra questi territori San Pedro e Miquelón, due piccole isole che si trovano ad est delle coste del Canada, isole e territori dei Caraibi come la Martinica e la Guayana francese e la Polinesia francese nel Pacifico. I seggi invece apriranno oggi in Francia alle otto del mattino e chiuderanno nella maggior parte del Paese alle 19, mentre in alcune città chiuderanno alle 20, quando si avranno quindi i prim exit poll. I due candidati che otterranno più voti si sfideranno al ballottaggio domenica 7 maggio.

Con l'avanzata a sorpresa di Jean Luc Mélenchon, candidato di sinistra del raggruppamento La France insoumise, che si attesta intorno al 20% dal 12% dell'inizio della campagna, la sfida per le presidenziali è diventata una corsa a quattro. Una sorpresa che si somma a quelle che finora hanno caratterizzato la campagna: dalla rinuncia di François Hollande a ripresentarsi, alle vittorie inattese alle primarie dei repubblicani François Fillon (successivamente travolto da diversi scandali giudiziari) e del Partito socialista Benoit Hamon.

Oggi più che mai appare chiaro che a contendersi la vittoria saranno Marine Le Pen, la candidata di estrema destra del Front national, il giovane candidato di En marche Emmanuel Macron, Fillon e Mélenchon, che secondo alcuni sondaggi avrebbe superato Fillon. Se le tendenze registrate finora dovessero confermarsi, i quattro candidati principali si avvierebbero a raccogliere circa il 20% dei voti ciascuno, con uno scarto così ridotto tra loro da rendere al momento imprevedibile l'esito finale. 

Mentre Mélenchon - risultato il più convincente nel dibattito in diretta tv tra tutti i candidati - corre avanti, Marine Le Pen e Macron perdono qualche consenso e sono appaiati al 22%. Fillon resta stabile al 19% ma viene superato da Mélenchon, riuscito a convincere una parte dell'elettorato del Partito socialista che ha preso le distanze dal quinquennio di Hollande. Ora è il 26% dei simpatizzanti socialisti a votare per il candidato della Francia ribelle contro il 32% che vota per Hamon.

E' la prima volta nella Quinta repubblica che il presidente in carica, il socialista Francois Hollande, ha deciso di non presentarsi per un secondo mandato. Il presidente eletto resta all'Eliseo per cinque anni, come ha voluto la riforma costituzionale di Jacques Chirac, che nel 2000 ha diminuito da sette anni a cinque il mandato presidenziale. Il sistema elettorale, a scrutinio uninominale maggioritario a due turni, prevede il ballottaggio a meno che uno dei candidati non superi il 50% al primo turno, una circostanza che non si è però mai verificata finora.

Per candidarsi all'Eliseo occorre presentare al Consiglio costituzionale una lista di 500 firme di «patrocinatori» (parlamentari, sindaci o consiglieri regionali). Ogni candidato ha dovuto depositare una dichiarazione dei propri redditi e proprietà ad una Authority della trasparenza, che le ha pubblicate on line. Il nuovo presidente che uscirà dalle urne dovrà governare con un primo ministro e una maggioranza che usciranno dalle elezioni politiche dell'11 e 18 giugno per rinnovare Assemblée Nationale e Senato.

Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 09:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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