Corea del Nord, l'ultima minaccia diretta agli Usa: «Con la bomba H possiamo ridurre Manhattan in cenere»

Martedì 15 Marzo 2016 di Federica Macagnone
Corea del Nord, l'ultima minaccia diretta agli Usa: «Con la bomba H possiamo ridurre Manhattan in cenere»
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L'ultima provocazione dalla Corea del Nord ha come obiettivo diretto New York. Cho Hyong-Il, uno scienziato nucleare, ha promesso, come ha riportato Skynews, di ridurre in cenere Manhattan usando una bomba a idrogeno: «Se questa bomba H dovesse essere montata su un missile balistico intercontinentale e dovesse cadere su Manhattan a New York City, tutte le persone sarebbero uccise immediatamente e la città sarebbe ridotta in cenere. La nostra bomba a idrogeno di nuova concezione supera la nostra immaginazione ed è molto più potente di quella sviluppata dall'Unione Sovietica».

La minaccia arriva a poche ore dall'annuncio del leader di Pyongyang: Kim Jong Un ha dichiarato che «il suo Paese condurrà a breve un test con una testata nucleare e un lancio di prova di missili balistici», stando all'agenzia nordcoreana Kcna, citata dalla Xinhua e dalla sudcoreana Yonhap.

La scorsa settimana la Corea del Nord aveva minacciato di compiere un «attacco nucleare preventivo e offensivo » in risposta alle annuali esercitazioni militari congiunte tra Stati Uniti e Corea del Sud. Sempre pochi giorni fa Kim Jong-un si è fatto ritrarre mentre parlava con un gruppo di scienziati dietro a una sfera di metallo di medie dimensioni che lasciava intendere che potesse trattarsi del modello o di una parte importante di una «nuova testata letale», una mini bomba atomica da usare contro «il nemico imperialista».

A gennaio Pyongyang aveva sfidato la comunità internazionale effettuando un nuovo test nucleare (il quarto), al quale ha fatto seguito il lancio in orbita di un nuovo razzo. Tuttavia, molti esperti mettono in dubbio che l'ordigno fatto detonare nel test sia stato effettivamente una bomba a idrogeno, come sostenuto dal regime. Kim Jong-un ha inasprito i toni dopo le nuove sanzioni della comunità internazionale e l'inizio, la scorsa settimana, delle imponenti manovre militari in corso nella penisola coreana che vedono impegnati 290mila soldati del Sud al fianco di 15mila militari statunitensi.

Intanto le Nazioni Unite hanno proposto che il gruppo dirigente della Corea del Nord, incluso il suo leader, risponda dei crimini contro l'umanità commessi nel Paese: a Ginevra il relatore speciale dell'Onu sulla situazione dei diritti umani in Corea del Nord, Marzuki Darusman, ha chiesto l'istituzione di un gruppo di esperti per studiare le possibili misure in merito. Nel Paese asiatico, ha precisato l'esperto di diritti umani, la repressione continua senza sosta e le autorità esercitano il controllo più stretto su tutti gli aspetti della vita dei cittadini. «La negazione dei diritti umani dei cittadini e questo comportamento aggressivo sono fondamentalmente due facce della stessa medaglia – ha concluso Darusman - il Paese sta dedicando una grande quantità di risorse nello sviluppo di armi di distruzione di massa, mentre gran parte della popolazione continua a soffrire di insicurezza alimentare e il governo manda all'estero lavoratori sistematicamente reclutati per guadagnare valuta estera».
Ultimo aggiornamento: 16 Marzo, 11:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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