Mentre sul campo da guerra ucraino il Cremlino è impantanato sulla linea del fronte, è in Asia e sulle acque del Pacifico che si gioca il futuro degli equilibri globali tra est e ovest. Una sfida tutta diplomatica che in questi giorni ha visto rinsaldarsi l'alleanza tra Cina e Russia in due eventi chiave: due segnali inequivocabili diretti agli stati uniti e all'occidente.
Il primo, la grande esercitazione militare congiunta della marina russa e cinese iniziata pochi giorni fa nelle acque del pacifico. Il secondo, la stretta di mano tra Xi e Putin del 15 settembre al forum della SCO (l'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai), l'organizzazione nata nel 2001 su impulso della Cina che raduna diversi paesi dell'Asia centrale e dell'indo-pacifico e che è stata più volte definita una "Nato dell'est", un'organizzazione alternativa a quelle a guida americana presenti nella regione.
Perché l'asse Mosca - Pechino si rinforza
Insomma se si vuole capire dove sta andando la guerra in Ucraina, non si deve trascurare il contesto internazionale più ampio e la regola d'oro della diplomazia per cui "il nemico del mio nemico è un mio amico".
Taiwan Policy Act, gli Usa sfidano Pechino
Gli Stati Uniti hanno infatti più volte lasciando intendere che non sono disposti a cedere di un millimetro sulla questione dell'indipendenza dell'isola contesa: alla fine di agosto due navi della marina statunitense hanno attraversato "in pattugliamento" lo stretto di Taiwan, e ieri, 14 settembre, il senato americano è passato ai fatti approvando il Taiwan Policy Act e finanziando per miliardi di dollari il supporto militare diretto a Taipei. Un atto che per il ministero degli Esteri cinese Mao Ning «viola gravemente l'impegno degli Stati Uniti nei confronti della Cina sulla questione Taiwan e il principio dell'unica Cina», lanciando anche «un segnale sbagliato» alle forze indipendentiste e secessioniste dell'isola.
Insomma anche se una guerra aperta sembra ancora lontano, la situazione del Pacifico continua a essere una polveriera pronta a esplodere.
Esercitazioni militari congiunte di Russia e Cina
Di tutta risposta Pechino ha iniziato uno sfoggio di muscoli in piena regola con il suppporto del Cremlino. Sul mare conteso dell'oceano Pacifico le navi russe e cinesi hanno iniziato le esercitazioni militari congiunte. «Gli equipaggi condurranno manovre tattiche congiunte» si legge sul canale ufficiale di Telegram del ministero della Difesa russo «si occuperanno della organizzazione delle comunicazioni tra le navi del gruppo, condurranno una serie di esercitazioni con tiro pratico di artiglieria e forniranno elicotteri». Un'operazione volta a «Rafforzare la cooperazione navale tra la Federazione Russa e la Repubblica popolare cinese, mantenere la pace e la stabilità nella regione Asia- Pacifico, monitorare l'area marittima, nonché proteggere l'attività economica marittima della Federazione Russa e della Cina».
Putin e Xi si incontrano a Samarcanda
A chiudere simbolicamente il cerchio e rinsaldare un nuovo patto tra Mosca e Pechino l'incontro atteso a breve tra Putin e Xi a Samarcanda, per il XXII vertice dei leader dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco). Si tratta del primo incontro tra i due leader da quando è iniziata la guerra in Ucraina. Una sorta di test della promessa di partnership e amicizia «senza limiti» dei leader cementata dal comune rancore verso l'Occidente.
La cornice in cui avviene è eloquente: un'organizzazione nata per sfidare apertamente la "Pax americana" nell'area dell'oceano pacifico. La Shangai Cooperation Organisation ufficialmente nata su impulso della Cina per combattere terrorismo e separatismo, raduna la Russia e altri paesi dell'asia centrale ( Kazakhstan, Uzbekistan, Kyrgyzstan e Tajikistan) e anche dal 2017 India e Pakistan. Negli anni ha ampliato i suoi orizzonti, dalla cooperazione in ambito sicurezza anche allo sviluppo economico e geostrategico. Al centro la Nuova Via della Seta, l'ambizioso progetto di Pechino di un'integrazione economica in Asia e nel subcontinente Indiano. Insomma se la crezione di un ordine economico alternativo a quello dominato dall'euro e dal dollaro sembra ancora lontana, il campo non-occidentale sta trovando comunque nuovi aderenti.