Brasile, vescovo minacciato di morte per la sua campagna per proteggere i bambini dal racket dei pedofili

Giovedì 5 Maggio 2016 di Franca Giansoldati
Brasile, vescovo minacciato di morte per la sua campagna per proteggere i bambini dal racket dei pedofili
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CITTA' DEL VATICANO - Ci sono vescovi nei guai perché accusati di omertà per coprire i preti pedofili, ci sono però anche vescovi, come quello vescovo di Marajo, in Brasile, che è costretto a vivere sotto scorta per le minacce di morte ricevute dal racket della prostituzione minorile. Da anni ha promosso una campagna per proteggere i bambini di Marajo dalla pedofilia. Si tratta di un distretto poverissimo situato alla foce del Rio delle Amazzoni dove i predatori colpiscono le giovani vittime con grande facilità, approfittando della miseria e della difficoltà della polizia a controllare l’isola (si tratta della più grande isola fluviale al mondo). Villaggi composti da nugoli di casupole che si estendono a perdita d’occhio in una regione grossa quanto l’Abruzzo e collegata alla terra ferma da un sistema di transiti artigianali, sgangherati ferry boat che pullulano di persone, barche di privati, imbarcazioni di pescatori. In questa situazione i predatori si mescolano senza dare troppo nell'occhio. La situazione è ben conosciuta da diverse associazioni.

La Chiesa locale non ha mai avuto paura di denunciare il redditizio traffico di esseri umani. A parlarne al Papa è stato il cardinale Claudio Hummes, presidente della Commissione episcopale per l’Amazzonia, che ha appena compiuto un viaggio nell'isola brasiliana di Marajó, alla foce del Rio delle Amazzoni. Una realtà difficile, dove povertà e abusi, soprattutto ai danni dei più piccoli, sono all'ordine del giorno. Ai microfoni di Radio Vaticano ha parlato di un vero e proprio flagello. “C’è questo grande flagello dell’abuso sessuale sui minori, sui bambini, nei barconi che passano per i grandi fiumi, dove la gente è molto povera e, dall’altra parte, un’impunità totale, che è qualcosa di intollerabile, qualcosa che non si può veramente accettare in nessuna forma. E’ inaccettabile! Il Papa ha parlato di questo e noi ne siamo molto contenti, perché qui rafforza tutto il lavoro fatto dalla Chiesa contro questa piaga”.

Il cardinale ha aggiunto: “La Chiesa lì è sul posto, soprattutto monsignor Azcona, vescovo di Marajó, che soffre delle persecuzioni a causa di questo e di altro. Persecuzioni e persino minacce di morte. Lui è sotto la protezione ufficiale dello Stato, perché è stato minacciato di morte a causa della sua lotta contro tutte queste miserie”. Il cardinale Hummes è l'elettore che nella Cappella Sistina ha suggerito a Bergoglio, subito dopo la sua elezione nel 2013, di chiamarsi Francesco. "Non dimenticarti dei poveri".
 
 
Ultimo aggiornamento: 6 Maggio, 14:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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