Aerei-spia russi da 350 milioni di dollari abbattuti sul Mar d'Azov: missili ucraino-americani o fuoco amico? Mistero sulle sorti del generale Oleg Pchela

Durissimo colpo per le forze aerospaziali di Mosca: Kiev rivendica l'impresa (aiutata da missili modificati made in Usa) ma resiste l'ipotesi di un clamoroso errore russo

Martedì 16 Gennaio 2024 di Paolo Ricci Bitti
Mistero nel Mar d'Azov: i due giganti dell'aria russi (A-50 e Il-22 da 350 milioni di dollari) abbattuti da missili ucraini-americani o dal fuoco amico?

L'unica cosa certa è che le forze aerospaziali russe hanno subito un colpo durissimo nel teatro della guerra scatenata contro l'Ucraina, ma la batosta (costata almeno 17 vittime, forse una anche di altissimo grado e prestigio, e 350 milioni di dollari) potrebbe persino essere doppia se verrà confermato che i giganteschi Beriev A-50 e l'Il-22  sono stati abbattuti dal "fuoco amico"? Ovvero un clamoroso errore degli stessi russi.

Non sarà facile stabilire la verità perché a entrambe le parti, Ucraina e Russia, fa comodo la versione già diffusa da Kiev.

Sono state, in altre parole, le forze armate ucraine a tirare giù il moderno e costosissimo aereo-spia quadri-jet  A-50 "Bumblebee" (con 15 persone a bordo) e a danneggiare pesantemente l'attempato quadrimotore turboelica Il-22 M sul Mar d'Azov. Il primo, matricola RF-50601, ora in fondo al poco profondo mare, vale 300 milioni di dollari e fa parte di una rarefatta flotta (da 10 a 15 esemplari) di velivoli ad altissimo contenuto di tecnologia che già l'anno scorso ha perso un "pezzo" distrutto a terra in una base della Bielorussia da un drone ucraino del valore di 20mila dollari. Un raid dal bilancio costi/ricavi decisamente conveniente per le truppe di Zelinsky.

L'Il-22 M, elaborazione di un aereo passeggeri degli anni Sessanta, del valore di una cinquantina di milioni di dollari, sempre dedicato alla ricognizione, al pattugliamento e alla guerra elettronica, sarebbe stato danneggiato nello stesso cielo del Mar d'Azov ma il pilota è poi riuscito a rientrare alla base: due degli 11 componenti dell'equipaggio sarebbero morti.

La rivendicazione

E' stato Kyrylo Budanov, capo dell'intelligence militare ucraina, a rivendicare a The War Zone il successo dei raid contro l'A-50 e l'Il-22M avvenuto al largo di Berdyansk, città ucraina ora in mano ai russi. 

L'A-50, soprannominato "Bumblebee" (un robot transformer protagonista di un recente film Usa di successo) e Mainstay per la Nato, viene fabbricato dalla Beriev da una quarantina d'anni proprio a Taganrog, nella costa nord del Mar d'Azov. E' un aereo Awacs (Airborne Warning and Control System, sistema di allarme e controllo aereo. Si tratta di una formidabile piattaforma la cui dotazione avionica viene continuamente aggiornata. Spiccano i radar, il più grande e potente dei quali è ospitato in un radome (protezione) che sembra un fungo applicato sul "tetto" della fusoliera lunga 47 metri (l'apertira alare è di 50 metri). Con un A-50 in volo anche solo al confine con l'Ucraina si possono tenere sotto controllo cieli e territori di almeno metà della nazione attaccata da Mosca il 24 febbraio 2022. Un A-50 può guidare i cacciabombardieri o le postazioni missilistiche russe a bersagliare 300 obbiettivi a  terra e 30 aerei. Un mezzo quindi non solo assai costoso, ma dall'enorme valore strategico. Per di più le sanzioni rendeno inutilizzabili, per mancanza di parti di ricambio, numerosi A-50 dei pochi in linea di volo. 

 

La reazione russa

Da Mosca non è arrivata alcuna conferma annche se su numerosi canali social sono apparsi frasi quali "un altro giorno buio per le forze aerospaziali e di difesa aerea russe". Ci si chiede poi come sia stato possibile che un aereo proprio del tipo dell'A-50 non sia stato in grado di accorgersi dell'attacco ucraino avvenuto per di più a grande distanza dai confini dell'Ucraina. Nessuna conferma anche del fatto che a bordo del "comando volante" A-50 ci fosse anche il generale Oleg Pchela, 53 anni, stratega degli attacchi missilistici all'Ucraina fin dalle prime battute dell'aggressione. Una leggenda dell'aeronautica militare russa perpetuata dalla figlia Ekaterina divenuta la prima pilota di aerei "a lungo raggio" come i bombardieri Tu-160 guidati dal padre per una ventina d'anniNei prossimi la pubblicazione di una foto "fresca" del generale in servizio potrebbe cancellare questa ipotesi, altrimenti sarà il turno dei necrologi.

L'ipotesi fuoco amico

E' proprio la zona in cui sono stati colpiti i due velivoli russi (impresa rivendicata anche dal comandante delle forze armate ucraine Valery Zaluzhny) che solleva perplessità. Gli Stati Uniti hanno fornito all'Ucriana batterie missilistiche Patriot che hanno subito ottenuto ottimi risultati sbarrando la strada, di fatto, a molti dei raid dei cacciabombardieri russi, per non dire degli elicotteri, sul territorio ucraino. Ma la gittata dei Patriot e di altri missili terra-aria americani è assai più ridotta (180 chilometri) della distanza fra le postazioni ucraine e la zona dove circuitavano i due aerei russi, che a volte sono pure scortati da caccia. Sono stati allora jet ucraini ad avventurarsi così profondamente nei cieli russi per sganciare missili aria-aria indirizzati all'A-50 e all'Il-22 M nemici? Ma il sistema di difesa contraerea russa ha allora "dormito" così pesantemente? Oppure sono stati usati missili modificati il cui impiego non era finora noto? 

E' per questo che proprio dalla Russia si sono levate le prime ipotesi di un clamoroso e doloroso errore delle forze armate di Mosca. Un'ipotesi avvolorata dal fatto che i due aerei-spia sono pronti a "vedere" a grandi distanze minmacce nemiche, ma non possono immaginare di finire nella traiettoria di missili amici.  

Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 08:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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