«Continueremo ad abbassare le tasse con la prossima legge di
stabilità». Matteo Renzi esce allo scoperto. Prende un
break dalla breve vacanza per annunciare di voler presentare entro
il 20 ottobre una manovra di bilancio espansiva, in grado di
ribaltare l'imprevista (e dolorosa) gelata dell'economia:
crescita zero nel secondo trimestre e Pil fermo allo 0,6%, ben
distante dall'1,2% su cui aveva scommesso il governo.
Quali tasse intende ridurre, il premier non lo dice. Ma è evidente che in vista del referendum costituzionale di settembre, su cui il governo si gioca la pelle, l'intenzione del premier è quella di varare un intervento «a forte impatto». Tant'è, che in cima alla sua agenda resta l'anticipo al prossimo anno del taglio dell'Irpef a favore dei ceti medi, sforbiciando di qualche punto l'aliquota del 38% che si applica ai redditi tra i 28 mila e i 55 mila euro lordi annui. Oppure una riduzione del costo del lavoro, con un taglio del cuneo fiscale maggiore di quello già messo in cantiere. Più difficile, invece, il bonus per le pensioni minime: «Visti i conti, costa troppo, più o meno 3 miliardi», sostengono a palazzo Chigi.
Ultimo aggiornamento: 10:12
Quali tasse intende ridurre, il premier non lo dice. Ma è evidente che in vista del referendum costituzionale di settembre, su cui il governo si gioca la pelle, l'intenzione del premier è quella di varare un intervento «a forte impatto». Tant'è, che in cima alla sua agenda resta l'anticipo al prossimo anno del taglio dell'Irpef a favore dei ceti medi, sforbiciando di qualche punto l'aliquota del 38% che si applica ai redditi tra i 28 mila e i 55 mila euro lordi annui. Oppure una riduzione del costo del lavoro, con un taglio del cuneo fiscale maggiore di quello già messo in cantiere. Più difficile, invece, il bonus per le pensioni minime: «Visti i conti, costa troppo, più o meno 3 miliardi», sostengono a palazzo Chigi.