Donne & potere, nei cda del Nordest le "quote rosa" al 33%: siamo 4 punti sotto la media nazionale

Lunedì 30 Dicembre 2019
foto da vocedeltrentino.it
Secondo la Consob, la norma "quote rosa", che impone alle società in Borsa una quota di genere minima ha aiutato a “svecchiare” i Consigli di amministrazione e a portare più laureati nei CdA. Il Nordest però si è fermato al minimo sindacale, con un 33% decisamente sotto il 37% nazionale. A dieci anni dalla pubblicazione, e a otto dall'entrata in vigore, la legge Golfo Mosca (n. 120 del 2011) ha comunque portato un buon risultato imponendo alle maggiori società italiane, in generale poco sensibili alla componente femminile nella governance, una composizione dei consigli più aderente alla realtà.

Le norme transitorie del 2010 sono state aggiornate il 5 dicembre scorso dalla Camera con un decreto che proroga l'obbligo delle quote nei consigli dell'e e società quotate per altri tre rinnovi, e porta la componente rosa dal 33 al 40%. Un segnale che le aziende devono ancora essere "fortemente" accompagnate in questo percorso verso standard di efficienza - poiché la presenza rosa è ormai componente essenziale di questo parametro - più vicini ai modelli economici mondiali. Il quadro del Nordest, in particolare, indica un percorso ancora lungo. Oltre alla quota più bassa del dato nazionale, le società a volte si limitano a nomine familiari estranee al contesto aziendale. Secondo Bettina Campedelli, docente universitario e consigliere di Cattolica Assicurazioni e di SIT Spa: "Le competenze nulla hanno a che vedere con il genere o con il cognome. Ma i criteri di formazione di un consiglio di amministrazione devono comprendere differenti categorie professionali, bagagli individuali come anzianità di carica, indipendenza dei consiglieri non esecutivi, conoscenze di governance e dei meccanismi tipici del business aziendale; oltre alle caratteristiche personali di formazione, genere ed età. In generale se questo principio di diversity non è rispettato, difficilmente la situazione societaria risulterà rassicurante per osservatori, clienti e investitori". Per Lisa Zanardo, coordinatrice dell'Osservatorio Professionale Donna: "La mappatura del nostro centro studi riferisce che, fra le 27 società venete quotate, 8 superano già il 40% definito dalla recente revisione normativa, ma 9 sono ancora sotto la soglia del 33% definito dalla legge Golfo Mosca.
Colpisce che le società venete quotate nell’ultimo biennio dimostrino meno sensibilità verso la componente femminile, rispetto alle società venete quotate in Borsa da molti anni.” Conclude l'Ing. Zanardo: "Le carenze sulle tematiche di genere al vertice e nel management si riflettono negativamente sul business con una reazione molto più forte e immediata rispetto al passato: clienti, operatori e stampa non lo considerano più un problema etico o sociale, ma una sorta di arretratezza tecnologica e produttiva dell'azienda nell’area risorse umane."
Ultimo aggiornamento: 18:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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