Soci delle Popolari scrivono a Renzi
​leggi più dure e perdite detassate

Domenica 6 Novembre 2016 di Maurizio Crema
Soci delle Popolari scrivono a Renzi leggi più dure e perdite detassate
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La lettera di circa 200 soci di Popolare Vicenza doveva essere consegnata al premier Matteo Renzi a fine ottobre. Poi il terremoto ha fatto saltare l'incontro e la missiva è stata resa pubblica solo ieri, a pochi giorni dal cda che dovrà decidere assemblea e obiettivi dell'azione di responsabilità contro gli ex amministratori della banca vicentina.
Il gruppo di Azionisti Attivi Banca Popolare Vicenza, una delle tante associazioni che formano l'arcipelago variegato e anche diviso di soci delle due banche del territorio ora sotto il controllo di Atlante, ricapitola il crac di BpVi e i danni subiti dalla banca in questi ultimi anni: «Valore delle quote crollato da 62,5 euro a 10 centesimi; 6,5 miliardi di capitalizzazione persi; quasi 9 miliardi di depositi fuggiti verso lidi più sicuri negli ultimi due anni; 119 mila soci coinvolti, dei quali 18 mila enti ed aziende. Oltre 4 miliardi di capitale sono inoltre sfumati nell'analogo crack di Veneto Banca, coinvolgendo altri 88 mila soci». La gran parte dei danneggiati sono persone anziane, spesso in pensione ed ex lavoratori dipendenti, con un livello di istruzione certamente non magistrale - ricorda l'associazione - certamente non lo speculatore esperto che è stato dipinto da alcuni commentatori. Le indagini della magistratura sono in corso ma incombe lo spettro della prescrizione e quello dei finanziamenti negati alle imprese che utilizzavano le azioni della ex Pop come garanzia col rischio di fallimenti a catena. Una crisi accelerata dalla trasformazione obbligata in spa basata su patrimoni non perfettamente congruenti alla realtà che hanno fatto ricadere il costo di tale riforma in massima parte su risparmiatori e imprese. In più qualcosa nei meccanismi di controllo e vigilanza non ha funzionato a dovere. Per questo si chiede l'istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta, con i più ampi poteri per verificare l'operato degli organi di vigilanza (Consob e Banca d'Italia) e l'introduzione di misure legislative che prevedano la riforma degli organi di vigilanza allungando nel contempo i termini di prescrizioni per i reati di natura bancaria-finanziaria, L'introduzione di misure legislative che prevedano stringenti misure cautelari preventive e conservative nei confronti degli indagati per impedire fughe e trasferimenti di beni mobili e immobili. La riforma della class action e l'istituzione di un pool di magistrati competenti in ambito di reati finanziari o, in alternativa, di una super-procura a livello nazionale. Infine detassazione di eventuali risarcimenti in favore dei risparmiatori danneggiati e cambio del calcolo dell'indice Isee.
Una ricerca del Codacons ha confermato che i ricchi conoscono meglio i fondamentali della finanza rispetto a chi è meno facoltoso. Di questa ignoranza sono vittime soprattutto le persone anziane. «Per questo bisogna impegnare scuola e mondi associativi - avverte Franco Conte, presidente Codacons Veneto - rendendo la Giornata del Risparmio, il 31 ottobre, come momento di dialogo e formazione». Il Codacons poi propone rigide norme per obbligare al cambio della guardia al vertice delle banche locali e più donne nei cda.
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