Niente tasse per chi investe in Pmi: pronto il nuovo decreto del governo

Lunedì 30 Maggio 2016 di Andrea Bassi
Niente tasse per chi investe in Pmi: pronto il nuovo decreto del governo
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Il pacchetto è pronto. O quasi. Le ultime limature dovrebbero arrivare dopo un vertice tra i tecnici del Tesoro e gli uomini di Palazzo Chigi convocato per oggi. L'intenzione è accelerare al massimo, anche se difficilmente sarà tutto pronto per il consiglio dei ministri di domani, che potrebbe essere chiamato invece a licenziare le nuove più stringenti regole sui voucher lavoro previsti dal jobs act.

Per il nuovo decreto per la competitività, già ribattezzato finanza per la crescita, insomma, potrebbe volerci ancora qualche giorno. L'obiettivo ultimo del governo è far ripartire gli investimenti, provando a convogliare il risparmio privato verso l'economia reale. Una missione tutt'altro che semplice, dopo le scottature degli ultimi anni, ultima quella subita dai risparmiatori che avevano sottoscritto le obbligazioni subordinate delle quattro banche risolte. Proprio per superare le diffidenze e invogliare a sottoscrivere emissioni di piccole e medie imprese, quelle con un fatturato massimo di 300 milioni di euro, il governo ha deciso di utilizzare la leva fiscale.
 
I guadagni che si otterranno dai soldi investiti in queste imprese tramite i nuovi «Pir», i piani di risparmio, non pagheranno tasse. Dunque non ci sarà il prelievo del 26% attualmente previsto dalle norme su tutti i capital gain, sia che si tratti di interessi sia che si tratti di dividendi. L'esenzione, però, sarà concessa a patto che l'investimento non superi i 30 mila euro l'anno, con un massimo cumulato nel tempo di 150 mila euro. E i soldi non potranno essere ritirati prima che non sia trascorso un certo numero di anni. Una spinta, poi, dovrebbe arrivare anche verso forme di venture capital e private equity sul modello di alcune esperienze già maturate in Francia e in Gran Bretagna per favorire gli investimenti delle famiglie in Borsa e nelle piccole e medie imprese.

LE ALTRE NOVITÀ
Tra le norme allo studio ci sarebbero anche le esenzioni della tassazione immobiliare per i fondi di investimento alternativi e le società di investimento quotate. Un modo anche per dare un impulso alla vendita di immobili pubblici. Il governo starebbe anche valutando la possibilità di inserire una modifica alle norme sui visti, dando la possibilità di ottenere l'ingresso in Italia oltre le quote del decreto flussi per gli stranieri che investono almeno 2 milioni in titoli pubblici. Se queste sono misure ancora allo studio, al vaglio del consiglio dei ministri di domani ci sarà sicuramente il primo decreto correttivo del jobs act.

L'intenzione è di correggere l'uso improprio che fino ad oggi è stato fatto dei voucher, i cosiddetti buoni lavoro del valore nominale di 10 euro, nati per remunerare il lavoro accessorio e dei quali ne sono stati venduti solo lo scorso anno oltre 115 milioni. Per contrastarne l'abuso, i voucher saranno resi tracciabili, con l'obbligo di inviare un sms o un messaggio di posta elettronica entro 60 minuti dall'inizio della prestazione lavorativa, comunicando tutte le informazioni necessarie, compreso il nome e il codice fiscale della persona che si sta impiegando. Il provvedimento dovrebbe anche introdurre delle sanzioni per chi non effettua questa comunicazione.

Le violazioni potrebbero costare care, con multe che potrebbero oscillare tra i 400 e i 2.400 euro, anche se questo sarebbe ancora un capitolo aperto. Sul tavolo del governo potrebbe arrivare anche il pacchetto con le semplificazioni fiscali per i cittadini, la cui misura più importante è la moratoria durante il mese di agosto degli avvisi fiscali. Il provvedimento è tecnicamente pronto, ma non è ancora detto che arrivi domani in consiglio dei ministri.
Ultimo aggiornamento: 23:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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