Taxi, il rapporto dell'Antitrust che richiama i sindaci: «Servono più licenze». La situazione città per città

L’Autorità: insufficiente aumentare i mezzi del 20%, i grandi Comuni devono andate oltre

Giovedì 7 Marzo 2024 di Francesco Pacifico
Taxi, il rapporto dell'Antitrust che richiama i sindaci: «Servono più licenze». La situazione città per città

Quasi la metà degli utenti che cercano un taxi con le App o ai numeri delle cooperative - denuncia l’Antitrust - aspettano invano.

Per non parlare delle file ai posteggi davanti alle stazioni e agli aeroporti. Soltanto due grandi città in Italia, Milano e Bari, hanno attivato le procedure agevolate garantite dal decreto Asset per emanare le nuove licenze. Le altre, Roma in primis, traccheggiano tra ostacoli normativi, paletti dei sindacati e ricorsi al Tar. E mentre in Italia, quando va bene, ci sono mille auto bianche ogni 3 abitanti, sui turni, sulla disponibilità reale di mezzi in strada, bisogna fare pure i conti «con il permanere di una rigidità più o meno marcata, suscettibile di incidere sulla qualità del servizio». Rafforzata anche «dall’assenza di un sistema di monitoraggio volto a garantire un’efficiente erogazione del servizio». Chiedere a chi cerca uno “strappo”, soprattutto in periferia, nel primo pomeriggio o la sera.

L’Antitrust con l’ennesima segnalazione - la terza dalla meta dell’anno scorso - richiama di nuovo i sindaci per la gestione del servizio taxi: sono pochi, sono quasi impossibili da trovare, soprattutto si è fatto poco o nulla da parte dei Comuni per trovare una soluzione. Ieri, l’autorità guidata da Roberto Rustichelli ha reso noto - dopo quelle a Roma, Milano e Napoli - anche il primo esito delle istruttorie sulla situazione a Firenze e a Palermo. Per la cronaca questi atti non hanno valenza sanzionatoria, essendo coinvolti degli enti pubblici, ma il messaggio politico per i primi cittadini, e per i loro elettori, è chiarissimo.

Scrive infatti Rustichelli nella segnalazione inviata a novembre scorso ai sindaci Roberto Gualtieri (Roma), Giuseppe Sala (Milano) e Gaetano Manfredi (Napoli), con concetti ribaditi anche nelle successive missive a Dario Nardella (Firenze) e Roberto Lagalla (Palermo): l’autorità «intende sollecitare i Comuni ad adeguare il numero delle licenze taxi alla domanda di tali servizi, di cui una significativa parte rimane, ad oggi, costantemente insoddisfatta, spingendo l’aumento oltre il tetto del 20 per cento (quello garantito dal decreto Asset, ndr), che, in base ai dati acquisiti, non appare sufficiente a superare le criticità evidenziate». 

LA SITUAZIONE
Questo per il futuro, perché per il passato e per il presente, aggiunge il garante, c’è da fronteggiare l’assenza di «iniziative concrete per fronteggiare il pressante problema dell’inadeguatezza delle licenze, sebbene studi e indagini da essi commissionati facessero emergere la necessità di ampliare il numero di licenze taxi né hanno inviato in modo continuativo richieste alle cooperative e alle app per valutare se l’offerta dei servizi taxi fosse adeguata o meno». Intanto, a Roma, rileva sempre l’Antitrust, «nell’arco del periodo gennaio-luglio 2023, le richieste complessive sono aumentate da circa 985 mila a circa 3 milioni, mentre le richieste inevase sono aumentate da circa 155 mila a circa 1,3 milioni». Invece a Milano, le ricerche andate a vuote hanno toccato il 40 per cento nei mesi di maggio e giugno 2023»,

Bocciati quasi tutti i grandi centri italiani, sono state promosse invece le amministrazioni di Bologna, Genova e Torino. E non tanto sul fronte dell’aumento delle concessioni, ma perché non sono neppure «emerse particolari criticità nell’offerta del servizio». A Firenze, invece, arriva un plauso per l’avvio dei taxi collettivi.
Dal fronte dei sindaci si fa intendere che l’Agcm è stata poco clemente. Respingono in toto le accuse i rappresentanti dei tassisti. «Come una bomba ad orologeria, ogni qualvolta inizia una discussione su come migliorare il servizio». A ben guardare la macchina qualche piccolo passo l’ha registrato in questo periodo, ma nulla ancora di decisivo in un’Italia che ha sempre più bisogno di auto bianche per rispondere anche alla domanda dei turisti, che stanno letteralmente prendendo d’assalto le nostre città d’arte. 

LE MOSSE DEI SINDACI
Questa mattina al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - il responsabile Matteo Salvini è con il titolare del dicastero delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, uno dei firmatari del decreto Asset - si terrà una riunione della Consulta tecnica - dove siedono i rappresentanti di tassisti e autisti degli Ncc - per presentare discutere sui decreti di riordino del settore. Il Comune di Roma, che da dicembre dovrà ospitare 32 milioni di pellegrini per il Giubileo, ha inviato all’Art (l’Autorità regolatoria dei trasporti) il nuovo regolamento con il rialzo della tariffa minima e lo studio per autorizzare un bando per mille licenze ordinarie e altre 500 temporanee. Sì, perché senza il rincaro delle corse sarà difficile convincere gli autisti ad accettare più concorrenza. Da Palazzo Marino l’assessore Arianna Censi ha fatto sapere che Milano «è pronta a pubblicare il bando per 450 nuove licenze e seconde guide», incurante dei due ricorsi presentati al Tar. E se a Napoli il sindaco Manfredi dice «che, in realtà, non è basso il numero di taxi rispetto alla domanda che c’è» e che aspetta di vedere l’esito «della sperimentazione cambiando le turnazioni», da Palermo il collega Lagalla promette nuove licenze, pur segnalando che «in questo momento è prematuro parlare di percentuali e numeri». 


 

Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 13:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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