Tari, Imu e multe: evasione da 11 miliardi. Colpa anche delle carenze di personale

Una montagna da 11 miliardi di euro che i sindaci fanno fatica a scalare. A tanto ammontano le tasse locali non riscosse dai Comuni in Italia

Sabato 13 Aprile 2024 di Michele Di Branco
Tari, Imu e multe: evasione da 11 miliardi. Colpa anche delle carenze di personale

ROMA Una montagna da 11 miliardi di euro che i sindaci fanno fatica a scalare.

A tanto ammontano le tasse locali non riscosse dai Comuni in Italia. Un arretrato che mette in difficoltà i bilanci delle amministrazioni e che si traduce in meno interventi per riparare le buche, per pulire marciapiedi e strade oppure per migliorare i servizi per gli anziani e i minori. L'epicentro del problema sono i sette miliardi e mezzo, pari a un terzo dell’ultima manovra finanziaria nazionale, legato ai minori incassi dei due principali tributi - Imu e Tari - che con l’addizionale Irpef compongono il monte delle risorse per la spesa corrente. Il quadro dell'evasione locale è completato dai 3 miliardi di multe stradali non riscosse e da 500 milioni di buco legati ad altre voci, come Tosap e tassa di soggiorno.

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Le falle del meccanismo di riscossione sono testimoniate dai numeri: si stima che gli enti locali in media non riescono a incassare il 40 per cento della Tari, la tassa sui rifiuti, e il 22 per cento dell’Imu, la patrimoniale sulla casa. Nel primo caso, la responsabilità della riscossione è totalmente in capo ai Comuni, che anche quanto affidano a realtà esterne il pagamento dei tributi scontano la mancanza di personale e di competenze nell’attività di accertamento, se non lassismo nei controlli.

IL MOLOCH

Nel secondo caso, i sindaci devono scontrarsi contro il Moloch dell’evasione, che soltanto per l’Imu sfiora i cinque miliardi all’anno, con i loro uffici responsabili nell’aggiornamento delle informazioni catastali. Attività che storicamente va a rilento. L'Anci, l'associazione dei circa 8 mila comuni italiani ha più volte fatto notare che il problema è legato a doppio filo con il deficit di personale nelle amministrazioni comunali (negli ultimi 15 anni c’è stato un calo del 30 per cento), che a cascata si ripercuote nelle attività di accertamento, controlli e aggiornamenti dati. Molto virtuose le amministrazioni del Nord, meno quelle delle città più popolose e quelle del Sud.

Lo dimostra anche quanto accantonato dai sindaci nei Fondo crediti di dubbia esigibilità, dove vengono inserite le somme difficili, se non impossibili, da riscuotere come quelle legate alle morosità su Tari o multe stradali: su quasi 6 miliardi di euro totali, 2,7 miliardi riguardano le amministrazioni del Sud e quelle insulari, mentre al Nord - la parte più popolosa del Paese - la cifra sfiora gli 1,7 miliardi e al Centro il miliardo e mezzo di euro. Qualche miglioramento, in verità, c'è stato negli ultimi anni: il Comune di Roma, preda di un’emergenza rifiuti legata alla mancanza di impianti, ha visto negli ultimi anni dimezzare la morosità sulla Tari - ora intorno ai 50 milioni ai quali se ne aggiungono una settantina legati al pregresso - e proprio grazie al recupero del sommerso è riuscito a congelare la tariffa dell’imposta.

L’AUTOMAZIONE

Milano e Bologna, grazie all’automazione nei servizi di verifica, hanno ridotto al lumicino l’evasione, mentre Napoli e Palermo, dove la situazione è opposta, si sono affidate a enti terzi di riscossione. Quanto alle multe stradali (sul podio del non riscosso ci sono Catania e Brindisi), si parla, come detto, di una evasione cumulata di 3 miliardi ma è difficile fare un calcolo preciso perché una parte delle contravvenzioni finisce anche nei conti pubblici. Quando infatti ad elevarla è un vigile urbano, i soldi vanno nelle casse del Comune. Quando invece a fare la multa è la polizia stradale, i carabinieri o anche la guardia di finanza, allora ad incassare è direttamente il Tesoro. Secondo quanto rilevato dalla Corte dei conti, alla fine del 2016 nel bilancio dello Stato figuravano 6,6 miliardi di euro di multe già elevate ma ancora da riscuotere. Una massa di soldi che si è dimezzata per effetto della cancellazione, da parte del governo Meloni, delle cartelle esattoriali di importo inferiore a mille euro.

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Ultimo aggiornamento: 13:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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