La battaglia del Superbonus, che ha tenuto in ostaggio il decreto Aiuti bis per settimane, si è chiusa con una mediazione risolutiva del governo che ha messo d’accordo tutti i partiti.
IL MECCANISMO
In poche parole, occorre una condotta fraudolenta, una truffa o almeno un’operazione connotata da scarsa diligenza per finire nei pasticci. Per quanto riguarda i crediti sorti prima delle misure introdotte in funzione anti-frode, l’emendamento del governo stabilisce che la responsabilità in solido per i soggetti diversi da banche, intermediari finanziari e assicurazioni, sarà circoscritta ai casi di dolo o colpa grave ma sarà necessaria la presentazione di visti di conformità asseverazioni e attestazioni “ora per allora”. La svolta maturata ieri potrebbe avere conseguenze molto positive sulla movimentazione dei crediti fiscali. Per tutta l’estate le richieste per il Superbonus sono cresciute ma spesso sono rimaste parcheggiate nel cassetto fiscale, creando accumuli per gli operatori difficili da smaltire.
Positiva la reazione del mondo bancario. L’approvazione dell’emendamento al decreto legge Aiuti bis «è un passo in avanti e può contribuire a riavviare il mercato degli acquisti di tali bonus» ha fatto sapere l’Abi. «Adesso è importante che l’Agenzia delle Entrate adegui il contenuto della circolare dello scorso giugno, in modo che si creino le condizioni più favorevoli per l’acquisto dei bonus edilizi» hanno poi aggiunto il presidente Antonio Patuelli, e il direttore generale, Giovanni Sabatini. L’accordo sul Superbonus ha fatto felice anche Giuseppe Conte, che su Twitter ha criticato il Pd, molto duro nei confronti del Movimento nei giorni scorsi. «Ora - ha polemizzato l’ex premier - Letta chieda scusa e con lui anche tutti gli altri. Grazie a noi e a quelli che Letta ha chiamato piccoli calcoli elettorali è stata trovata una soluzione per imprese edilizie, lavoratori e famiglie che erano stati dimenticati da tutti».