Un contributo ai proprietari con reddito medio-basso per i lavori di ristrutturazione agevolati con il superbonus; agevolazione che il prossimo decreto Aiuti quater farà scendere dal 110 al 90 per cento.
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— Il Messaggero (@ilmessaggeroit) November 15, 2022
Superbonus, il provvedimento
La misura dell’aiuto e le modalità di erogazione dovranno essere precisate con un successivo decreto del Mef. Le risorse necessarie saranno “ritagliate” all’interno dei risparmi ottenuti proprio con la revisione delle percentuali del superbonus: la parte restante sarà invece canalizzata in un altro fondo al servizio della manovra di bilancio per il triennio 2023-2025. Come già annunciato dal ministro Giorgetti, la legge di Bilancio dedicherà all’emergenza bollette circa 21 miliardi, mentre un’altra decina andrà a interventi diversi.
La strategia
Il nuovo contributo si inserisce nella strategia del governo in tema di superbonus, fondata su due pilastri: da una parte ridurre l’esborso complessivo per lo Stato, che negli anni e nei mesi scorsi, nonostante le incertezze legate ai cambiamenti normativi, ha superato gli stanziamenti originariamente previsti; dall’altra concentrare il beneficio sulle fasce di reddito basse e medio-basse, invece che su quelle relativamente più alte. In particolare il contributo dovrebbe venire incontro alle esigenze dei proprietari che all’interno dei condomini possono essere restii ad avviare i lavori, relativi sia alle parti comuni che alle singole unità immobiliari. La difficoltà, e dunque la potenziale minore attrattività dello strumento, derivano in parte dalla riduzione dell’intensità dello scontro, che passando al 90 per cento non sarà più totale; ma soprattutto dall’attuale situazione di blocco della cessione dei crediti di imposta, che limita la possibilità di fruire dello “sconto in fattura” e dunque può costringere i beneficiari ad attendere le successive dichiarazione dei redditi per fruire effettivamente del superbonus. Va detto che per i redditi particolarmente bassi una situazione del genere può rappresentare un ostacolo insormontabile, visto che queste persone rischiano di trovarsi senza “capienza fiscale”: ovvero pagando un’imposta bassa o addirittura nulla non hanno modo di sfruttare la detrazione.
Il percorso
Dopo l’entrata in vigore del decreto il Parlamento premerà - durante l’iter di conversione - per dare un po’ di tempo in più al vecchio regime del 110% (la scadenza per la presentazione della comunicazione è al momento fissata al 25 novembre). Emendamenti in questo senso sono già stati annunciati da Forza Italia. Ma nel frattempo maggioranza e governo dovranno di certo affrontare proprio il tema dei crediti ancora bloccati. Il sottosegretario all’Economia Freni ha fatto notare ieri (parlando a Sky Tg 24) che il nodo riguarda soprattutto quelli sorti prima di novembre 2021 e senza asseverazione. «Abbiamo risolto in parte il problema a settembre mettendo l’asseverazione postuma - ha spiegato Freni - ora è ovvio che questa ristrutturazione del superbonus non può, non deve e non vuole lasciare a terra tutte quelle imprese che hanno i cassetti fiscali pieni di crediti e non riescono a scontarli».