Gli stipendi non sono uguali per tutti.
Statali, aumenti medi da 160 euro: ecco i nuovi stipendi in arrivo con il rinnovo del contratto
LE METROPOLI
Su questo tema è stato avviato un lavoro in sinergia con le Regioni per individuare soprattutto delle possibili soluzioni abitative. Nelle città del Nord, come Milano e Torino ad esempio dove il costo della vita è più alto rispetto ad altre province, si potrebbero individuare soluzioni residenziali per far sì che l’insegnante che vive e lavora lontano da casa riesca a recuperare parte della spesa. Con la Lombardia, ad esempio, si sta lavorando ad una convenzione per alloggi residenziali pubblici già pronti, a prezzi calmierati. Oppure si pensa di intervenire con incentivi di vario tipo, a cominciare dagli sgravi relativi ai costi dell’affitto. Praticamente come è stato già avviato per i docenti che prendono la cattedra nelle scuole di montagna: si tratta di aree disagiate dove gli insegnanti non vogliono andare perché sono difficili da raggiungere: «La soluzione che abbiamo trovato per le aree di montagna è un punteggio aggiuntivo - ha spiegato Valditara - e, soprattutto, la possibilità di scaricare una parte dell’affitto che si paga.
LE AREE DI MONTAGNA
Questo è un incentivo forte ma le soluzioni possono essere tante, credo che si debbano affrontare insieme ai sindacati perché è arrivato il momento di risolvere un problema che incide pesantemente sulla disponibilità del personale docente a lavorare in determinate aree». Al personale scolastico che presta servizio nelle scuole di montagna viene quindi concesso un credito d’imposta per la locazione di immobili, così da ristorare una parte delle spese d’affitto sostenute, l’assegnazione di un punteggio aggiuntivo per le graduatorie provinciali di supplenza e per le procedure di mobilità, quest’ultimo punto viene demandato alla contrattazione collettiva nazionale. La questione riguarda l’intero sistema scolastico, non solo i docenti fuori sede, perché nelle scuole di Milano ad esempio, ma lo stesso discorso vale per altre città metropolitane, dove il caro-vita si fa sentire di più è più difficile trovare un docente disposto a restare a lungo: le cattedre restano scoperte e ogni anno si cercano nomi di supplenti facendo scorrere le graduatorie per settimane se non addirittura per mesi dopo l’inizio della scuola. Un problema che interessa tutti, dunque, dai docenti agli studenti e le famiglie. «Siamo assolutamente favorevoli a qualunque tipo di ristoro per i docenti fuori sede - spiega Marcello Pacifico, presidente di Anief - è un problema che riguarda migliaia di insegnanti che si ritrovano in difficoltà. Per fare fronte al carovita bisogna intervenire con le agevolazioni per l’affitto ma anche prevedendo ristori economici. Teniamo conto che la scuola è il settore lavorativo con più fuori sede in assoluto». Da tener conto anche che lo stipendio dei docenti italiani, da anni ormai, è il più basso rispetto a quello dei colleghi europei. C’è stato un aumento, previsto dagli ultimi contratti firmati all’inizio dell’anno, che ha dato un primo effetto ma ne arriveranno altri: «Contiamo nel 2024 - ha annunciato Valditara - di aumentare ulteriormente il salario del personale della scuola».