È considerato uno degli obiettivi chiave del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza.
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Il passaggio
Ma anche che siano rafforzate le risorse umane impegnate su questo delicato dossier. C’è poi un’altra novità. Entro la fine del prossimo anno, dovrà essere introdotta una misura che permetta alle imprese di “monetizzare” con terze parti come per esempio le banche, i crediti commerciali nel caso in cui l’amministrazione non paghi nel termine dei 30 giorni. L’accordo con Bruxelles prevede che venga introdotto una sorta di “silenzio-assenso”. Passati 30 giorni senza che l’amministrazione abbia pagato o abbia contestato la fattura, quest’ultima si considererà automaticamente riconosciuta come valida nei confronti della Pubblica amministrazione e potrà dunque essere scontata senza altri passaggi o certificazioni. L’idea insomma, sarebbe quella di semplificare lo sconto in banca dei crediti commerciali nei confronti della Pubblica amministrazione. Inoltre sia a livello centrale che a livello locale, dovranno essere individuate le amministrazioni pubbliche che sono «strutturalmente» dei cattivi pagatori. Questi enti finiranno in una sorta di “lista nera”, e saranno obbligati a pubblicare ogni tre mesi sui loro siti lo stock di debiti arretrati. Le amministrazioni costantemente in ritardo con il pagamento dei debiti commerciali, dovranno istituire apposite “task force” che si occupino dello smaltimento dell’arretrato e dell’accelerazione dei tempi.
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Il meccanismo
Il nuovo pacchetto per tagliare i tempi di pagamento, si aggiunge a quello già varato quest’anno e che, tra le altre cose, prevede il taglio fino al 30 per cento dei premi per i dirigenti pubblici delle amministrazioni che pagano in ritardo.
Il debito commerciale della Pubblica amministrazione nei confronti dei fornitori, è una questione che ormai si trascina da anni e che ha già portato l’Italia davanti alla Corte di Giustizia europea. Nel tempo sono state ipotizzate diverse soluzioni draconiane alla questione. Nella scorsa legislatura era stata approvata anche una mozione alla Camera a prima firma Simone Baldelli, che riprendeva l’idea del leghista Claudio Borghi di emissioni di mini-Bot per pagare l’arretrato.
Un’ipotesi che aveva fatto scendere direttamente in campo la Bce per bloccarla ed impedire che fosse creata una moneta parallela all’euro in Italia. L’altra strada da sempre richiesta dalle imprese, è la piena “compensabilità” dei crediti verso le pubbliche amministrazioni con i debiti fiscali delle imprese stesso verso lo Stato. Un’ipotesi questa alla quale, invece, ha sempre frapposto un muro il Tesoro, preoccupato degli impatti sulle casse dello Stato. Il rischio è drenare liquidità e peggiorare il fabbisogno di cassa obbligando via XX Settembre ad emettere più debito.