Una cosa è certa: gli incentivi per l’auto non hanno funzionato.
Le più ecologiche che anche l’UE vuole spingere poiché abbassano significativamente, o addirittura annullano, la emissioni di CO2 ritenute climalteranti. Il budget previsto per le altre (terza fascia), peraltro inferiore, è stato “bruciato” in meno di un mese. L’obiettivo, come ha dichiarato il Ministro, è quello di allargare la base interessata con una duplice manovra. Da una parte, si rafforza la cifra disponibile per ogni consumatore del 50%, ma non per tutti, solo per le persone con un reddito inferiore a 30mila euro. In questo modo l’ecobonus arriva a 7.500 per le elettriche (zero emissioni) con la rottamazione e 6mila per le plug-in (emissioni da 21 a 60 g/km), sempre con la demolizione di una vecchia vettura.
La cifra ora, solo per i redditi bassi, è più o meno simili a quella dell’anno scorso (8mila euro per i veicoli al 100% a batteria) quando gli aiuti funzionarono e spinsero il mercato ecologico. L’altro aspetto riguarda l’estensione dei bonus anche alle persone giuridiche, le aziende ed il noleggio a lungo termine, dove spesso c’è dietro un cliente privato che veniva penalizzato. Previsti anche 40 milioni per l’installazione di punti di ricarica nei i condomini con un massimo 8mila euro totali, 1.500 ad utente.