Investimenti pubblici più veloci, arriva una corsia preferenziale

Mercoledì 17 Agosto 2016 di Umberto Mancini
Investimenti pubblici più veloci, arriva una corsia preferenziale
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L'intesa a livello politico c'è. Un patto tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e quello delle Infrastrutture Graziano Delrio. L'obiettivo è velocizzare gli investimenti pubblici, rendendo subito disponibili le risorse in cassa. Una sorta di corsia preferenziale per dare ancora più sprint alle opere considerate prioritarie, ai patti per le aree metropolitane e al Sud. Tant'è che una norma ad hoc, allo studio dei tecnici del Tesoro, è pronta per essere inserita nella nota di aggiornamento del Def.

I DETTAGLI
In pratica verrà scritto nero su bianco, togliendo ogni alibi a Regioni e amministrazioni pubbliche, che è possibile alzare i limiti di spendibilità delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc), risorse che ammontano ad oltre 15 miliardi di euro. Più soldi quindi immediatamente disponibili a fronte però di progetti concreti e di lavori subito «cantierabili». Il Mef viene così incontro ad una esigenza più volte manifestata dai colleghi delle Infrastrutture, dando una spinta all'economia dopo l'inattesa gelata del Pil nel primo semestre dell'anno. Del resto il governo, proprio su questo fronte, ha già messo sul piatto oltre 40 miliardi per rilanciare la crescita con gli investimenti pubblici. Nei prossimi giorni si saprà con esattezza di quanto aumenterà il plafond che sposta dai fondi di competenza a quelli di cassa le nuove risorse.
 
Viene superato così un vecchio meccanismo che in passato aveva fatto del Fsc una sorta di bancomat per finalità che spesso nulla avevano a che fare con lo sviluppo degli investimenti. Procede di pari passo poi la messa a punto delle misure per la manovra da almeno 25 miliardi che ha in mente Renzi, manovra che punta molto sui margini di flessibilità che l'Europa può concedere. Da Bruxelles prendono tempo e replicano alle voci di nuove richieste italiane con un laconico «no comment», rinviando il giudizio ad ottobre, quando la legge di bilancio arriverà sui tavoli scritta nero su bianco. «Non commentiamo nessun potenziale impatto o annunci riportati sul bilancio» - ha detto un portavoce della Commissione Ue - perchè l'Italia come tutti gli altri stati membri dell'eurozona, dovrà presentare la sua bozza di bilancio per il 2017 più avanti, a ottobre».

Al di là delle flessibilità che dovrà essere contrattata, sicuri sono invece i fondi per neutralizzare le clausole di salvaguardia (15,1 miliardi). Sulle pensioni il discorso rischia di complicarsi. L'esecutivo vuole impegnare solo 1,5 miliardi o, in alternativa, spalmare in due tempi i fondi per la flessibilità in uscita. C'è infatti da fronteggiare il pressing dei sindacati che vogliono molto di più. Tra le misure confermato l'intervento sull'Ires per le aziende e il taglio da 400 milioni sull'Irap (con sgravi selettivi per favorire l'innovazione) mentre, al momento appare accantonato un intervento sull'Irpef.

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Ultimo aggiornamento: 23:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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