Fmi: Brexit è bivio
«L'Ue agisca»

Venerdì 8 Luglio 2016
Fmi: Brexit è bivio «L'Ue agisca»
La Brexit spinge Eurolandia di fronte a un bivio: agire o «restare vulnerabile all'instabilità e a ripetute crisi di fiducia». Il monito a un'azione rapida e forte è del Fondo Monetario Internazionale ( Fmi), che mette in guardia sui rischi politici, incluso l'euroscetticismo e la gestione del flusso dei rifugiati. E chiede all'area euro di accelerare gli sforzi per il sistema finanziario, pulendo i bilanci delle banche e spingendo sul consolidamento del settore. Per le banche serve una strategia comprensiva, che preveda la riduzione dei crediti deteriorati. «Sono 900 miliardi di euro, il doppio rispetto al livello del 2009» afferma il Fondo nell'Article IV sull'area euro. Per ridurre i crediti deteriorati «possono essere usate, dove appropriato, società di asset management per dare una spinta ai mercati. E nei casi sistemici, le regole sugli aiuti di stato potrebbero essere attuate in modo flessibile» precisano gli esperti di Washington, premendo per il completamento dell'unione bancaria, all'interno della quale è «essenziale» un'assicurazione comune sui depositi, da attuare rapidamente insieme a misure per ridurre i rischi del settore. A pesare sulle banche europee è anche la bassa redditività, che rende difficile raccogliere capitali sul mercato.

I tassi di interesse negativi della Bce non aiutano le banche, ma la politica monetaria di Francoforte è «appropriata», anzi in caso di un ulteriore calo dell'inflazione sarebbe necessario un allentamento, intermini di ampliamento del piano di acquisti di asset.
La Brexit oltre ad aver accentuato alcuni dei problemi esistenti e aver aumentato la pressione sulle banche, si fa sentir sulla crescita. L'esito del referendum rallenta il pil dal +1,6% del 2016 all'1,4% del 2017. Si tratta però di una stima preliminare, soggetta a revisioni al ribasso. Gli effetti dell'addio non sono infatti ancora chiari e il rischio è che trattative prolungate fra Gran Bretagna e Ue si traducano in un freno ancora maggiore alla ripresa. Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, stima per il Belpaese un effetto di un quarto di punto percentuale nel 2016-2018 nel caso in cui le importazioni della Gran Bretagna dovessero calare del 10%. Anche l'agenzia Moody's teme un «contagio politico» dalla Brexit, e rivede al ribasso le stime di crescita dell'area euro a +1,5% nel 2015 e +1,3% nel 2017 a causa della Brexit. 
Ultimo aggiornamento: 21:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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