Equitalia addio. E per le multe la sanatoria sarà solo sugli interessi

Domenica 23 Ottobre 2016 di Luca Cifoni
Equitalia addio. E per le multe la sanatoria sarà solo sugli interessi
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Via Equitalia, che con la veste giuridica di ente economico transita dal primo luglio nell'Agenzia delle Entrate. Rottamazione delle cartelle degli anni 2000-2015, con cancellazione di sanzioni e interessi ma solo di questi ultimi per le multe stradali. Riapertura della voluntary disclosure per il rientro dei capitali con scadenza fissata al 31 luglio. 2017. Il decreto fiscale che di fatto anticipa una parte della legge di bilancio è stato firmato ieri dal presidente della Repubblica ed entra quindi immediatamente in vigore. Per la parte restante della manovra economica bisognerà aspettare i primi giorni della prossima settimana: il testo dovrà arrivare in Parlamento (dove in realtà era atteso entro giovedì scorso) e l'esame inizierà più o meno in contemporanea con quello del decreto.

LO STATUTO
All'articolo 1 del provvedimento d'urgenza c'è proprio la soppressione di Equitalia. Le società del gruppo sono sciolte entro il primo luglio e da quella data in poi le attività di riscossione saranno affidate ad un ente pubblico economico denominato Agenzia delle Entrate-Riscossione e sottoposto alla vigilanza del ministero dell'Economia e delle Finanze. Il direttore dell'Agenzia delle Entrate avrà la carica di presidente e sarà affiancato nel comitato di gestione da altri due dirigenti della stessa Agenzia. La riscossione sarà riorganizzata in base ad uno statuto approvato con decreto del presidente del Consiglio su proposta del ministero dell'Economia.

Inoltre ogni anno il Mef e il direttore dell'Agenzia firmeranno un atto aggiuntivo nel quale saranno indicati servizi, risorse, strategie (con particolare riferimento alla definizione delle priorità e con un approccio orientato al risultato), obiettivi quantitativi, gestione con modalità organizzative flessibili, tipologia di informazioni e di comunicazioni per i contribuenti. Da questo atto quindi scaturiranno le vere novità per il contribuente, perché il nuovo ente potrà operare in modo meno rigido, come in parte già fa la stessa Agenzia, fissando i propri obiettivi in modo da orientarli verso le esigenze del cittadino.

Uno dei nodi più delicati è la gestione del personale, perché quello di Equitalia, ereditato dalle vecchie concessionarie private, ha il contratto di lavoro dei bancari. La soluzione prospettata nel decreto prevede che i dipendenti in servizio a tempo indeterminato alla data di entrata in vigore del provvedimento (quindi in queste ore) passino dal primo luglio al nuovo ente con la posizione economica e giuridica maturata. Dovranno però superare un'apposita procedura e verifica delle competenze: questo perché di fatto entreranno nel perimetro dei lavoratori pubblici.

Insieme al percorso per il superamento di Equitalia, il decreto contiene altre novità in tema di riscossione. Viene ancora una volta prorogata al 31 maggio 2017, dal prossimo 31 dicembre, la scadenza entro la quale i Comuni dovrebbero lasciare la concessionaria pubblica per scegliere un altro soggetto. Nel caso invece vogliano restare con il nuovo ente che va a costituirsi possono decidere in tal senso e potranno farlo ogni anno entro il 30 settembre. L'attività di riscossione sarà potenziata anche attraverso la possibilità di usare le banche dati delle Entrate e quelle dell'Inps.

IL RAPPORTO OCSE
Ci sono poi misure in materia di lotta all'evasione fiscale. La principale è l'introduzione delle comunicazioni telematiche trimestrali relative all'Iva, contenenti le fatture emesse e ricevute. Questa novità risponde ad una specifica richiesta di due organizzazioni internazionale, Fmi e Ocse, nei loro recenti rapporti sul sistema fiscale italiano: l'attuale gestione dell'Iva basata solo su una dichiarazione annuale è uno dei fattori che hanno favorito l'ampio divario (e quindi la sospetta evasione) tra il gettito teorico dell'imposta e quello effettivamente incassato.

Il rapporto dell'Ocse è specificamente richiamato nelle premesse del decreto tra le cause che richiedono un intervento urgente.

Per i costi di adeguamento tecnologico che le piccole imprese dovranno sopportare è concesso un credito d'imposta di 100 euro.

Ultimo aggiornamento: 24 Ottobre, 08:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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