Terremoto Deutsche Bank in Borsa

Venerdì 30 Settembre 2016 di Roberta Amoruso
Terremoto Deutsche Bank in Borsa
ROMA Ci prova Deutsche Bank a buttare acqua sul fuoco. Ma i timori sul numero uno degli istituti tedeschi sono una valanga. E quando ci si mettono gli hedge fund americani, a smontare la loro esposizione ritirando anche liquidità dall’istituto tedesco, allora a poco può servire l’estintore di chi dal quartier generale di Francoforte spera nella «piena comprensione» della maggior parte degli investitori, tra «la posizione finanziaria stabile, il contesto macroeconomico attuale, le trattative in corso in Usa e i progressi in corso con la nostra strategia». 

Ieri a Wall Street è stata una debacle per Deutsche Bank. I titoli (cioè i cosiddetti Adr, American depositary receipts, titoli che rappresentano una società non americana scambiata nei mercati finanziari Usa) sono arrivati a perdere il 9% (per poi chiudere a -6,6%), dopo che a Francoforte le quotazioni dell’istituto avevano retto per tutta la seduta. 

LA QUESTIONE POLITICA
Non bastava la multa Usa da 14 miliardi di dollari e le voci, per ora smentite, su una ricapitalizzazione in vista. E degli aiuti di Stato nemmeno l’ombra, anche questi smentiti da Angela Merkel, dopo che è saltato in gran fretta anche il progetto di mettere insieme due istituti in affanno, come Deutsche appunto e Commerzbank. Ieri l’ultima batosta.

Il sell-off, cioè le vendita a capofitto, andato in scena a Wall Street, a sentire gli operatori è colpa delle indiscrezioni su un gruppo nutrito di hedge fund, almeno 10, che hanno di fatto voltato le spalle a Deutsche Bank. Proprio così, i big della speculazione, quelli capaci di muovere davvero i mercati, avrebbero deciso di tagliare i ponti con Francoforte smantellando letteralmente le posizioni sull’istituto. 

Una questione di fiducia, dunque, da parte di chi si dice sempre più scettico a fare business con la più grande banca tedesca. 

Funziona così. Normalmente i fondi speculativi, oltre 200 clienti, usano Deutsche Bank per attività di clearing delle transazioni di derivati quotati. Ma secondo quanto emergerebbe da un report riservato interno di cui dà conto l’agenzia Bloomberg, una decina di questi hedge hanno fatto marcia indietro questa settimana scegliendo di fare affidamento su altri istituti. Tra i nomi circolati quelli di Millennium Partners, Capula Investment Management and Rokos Capital Management, che tuttavia hanno liquidato il caso con un semplice no comment. Un macigno rispetto alle timide rassicurazioni di Deutsche Bank: «I nostri clienti di trading sono tra gli investitori più sofisticati al mondo», ha fatto sapere ieri Michael Golden, un portavoce dell’istituto, che per calmare le acque si è detto anche «fiducioso che la maggioranza di loro comprenda a pieno la nostra posizione finanziaria stabile». Questa è l’interpretazione di Francoforte su quanto sta accadendo nelle ultime settimane su Deutsche Bank. Intanto la banca, con tutti i suoi 46 trilioni di derivati lordi, è arrivata ad avere una capitalizzazione di poco più di 15,8 miliardi di dollari, poco più della multa Usa. L’attacco degli hedge e la fuga di clienti e investitori sarà forse un eccesso di prudenza per l’aria che tira sull’istituto e dopo che l’Fmi di recente ha bollato la banca come «la principale fonte di rischio a livello mondiale». Ma forse c’è anche altro dietro, visto che forse solo un attacco così deciso dagli Usa può convincere la Merkel che gli aiuti di Stato non possono essere un tabù di questi tempi. Nemmeno in Germania.
 
Ultimo aggiornamento: 10:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA