Salvataggio banche venete, i correntisti tutelati. Rischia chi ha i bond

Lunedì 26 Giugno 2017
Salvataggio banche venete, i correntisti tutelati. Rischia chi ha i bond

L’operazione di salvataggio delle due banche venete ricade nell’ambito della liquidazione coatta amministrativa. Non si applicano, dunque, le regole severe del bail-in in vigore in Europa ma quelle più morbide del burden sharing. In questo modo i correntisti retail e gli obbligazionisti senior, saranno totalmente garantiti. Come ha spiegato nella conferenza stampa il ministro dell’Economia Padoan, nell’ambito delle regole del burden sharing agli obbligazionisti retail è garantito un rimborso dell’80%. Ma Intesa Sanpaolo - ha detto Padoan - si è impegnata a colmare il rimanente 20%. Diverso il discorso per gli azionisti vecchi e nuovi (che perdono tutto) e i possessori di obbligazioni subordinate junior che sono destinati a perdere parte del loro investimento.

Filiali
Continuità agli sportelli
i sportelli di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza non cambia praticamente nulla. Questa mattina le 960 filiali dei due istituti riapriranno regolarmente sotto la guida di Intesa Sanpaolo che in tal modo garantirà i circa 50 miliardi di risparmi affidati alle due banche venete finite in liquidazione coatta amministrativa. Nessun problema, insomma, per chi vuole ritirare somme allo sportello o fare qualsiasi tipo di operazione. Lo stesso discorso vale per le cassette di sicurezza. Il decreto del governo, infatti, prevede che Veneto Banca e Popolare di Vicenza cedano un ramo d’azienda al Gruppo Intesa Sanpaolo comprensivo della maggior parte dei rapporti di lavoro e dei rapporti con l’intera tipologia di clienti. 

Depositi
Conti correnti al sicuro anche oltre 100 mila euro
La soluzione della liquidazione dei due istituti mette al riparo i risparmiatori da qualsiasi tipo di problema. Se fosse passato il bail-in i conti correnti sarebbe stato al sicuro fino a 100 mila euro grazie alla tutela del fondo interbancario di garanzia. Al di sopra di questa cifra i depositanti sarebbero stati chiamati a condividere l’onere del salvataggio. Ma questo rischio potenziale è stato scongiurato dal tipo di soluzione individuata, ovvero la procedura di liquidazione secondo la legge italiana.In altre parole, i depositi presso le due banche sono al riparo da qualsiasi pericolo indipendentemente dall’entità, sopra o sotto i 100 mila euro. La linea scelta dal governo italiano, ovvero quella di evitare conseguenze per i risparmiatori, è stata condivisa e accettata dalle autorità di Bruxelles.

Obbligazioni/1
Nessuna perdita per chi possiede i bond "senior"
Può dormire sonni tranquilli anche chi possiede le cosiddette obbligazioni “senior”, che sono le più garantite nella scala delle emissioni bancarie. I bond emessi dalle due banche venete non saranno chiamati a coprire i buchi di bilancio degli istituti. Una nota del ministero dell’Economia ricorda che gli obbligazionisti appartenenti a questa categoria saranno rimborsati alla scadenza naturale. Nei giorni scorsi il valore di mercato delle obbligazioni senior aveva registrato forti oscillazioni nel timore che venisse adottata la soluzione del bail-in che avrebbe invece avuto conseguenze devastanti anche su questo tipo di emissioni. Con la scelta di procedere attraverso il burden sharing, questo rischio si è allontanato.

Obbligazioni/2
Obbligazionisti junior, pagano gli istituzionali
Per i possessori di obbligazioni subordinate (junior) il discorso è diverso. Il governo ha infatti deciso di tutelare i piccoli rispamiatori-persone fisiche attraverso un doppio binario: il rimborso dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositanti e un contributo di Intesa Sanpaolo, la banca cioè che ha acquistato i due istituti veneti. Ma la tutela vale solo per questa categoria di risparmiatori: gli investitori istituzionali possessori di bond subordinati saranno infatti chiamati a condividere l’onere del salvataggio insieme agli azionisti. Nel dettaglio, si tratta di 180 milioni di bond subordinati in mano al retail e a circa un miliardo in capo agli investitori istituzionali per un totale di 1,2 miliardi di bond spalmati su 14 emissioni delle due banche. Il principio adottato dal governo per salvare i piccoli risparmiatori è quello della presunzione del raggiro: in altre parole, una vendita impropria da parte della banca che non ha tenuto conto dell’effettivo livello di propensione al rischio dell’investitore.

Azionisti
L’investimento è azzerato
Nessuna speranza per gli azionisti delle due banche: l’investimento andrà totalmente perduto senza possibilità di recupero. A pagare il conto, in sostanza, oltre alle migliaia di vecchi azionisti sarà il Fondo Atlante gestito da Queastio Sgr che, fino a ieri, era praticamente il proprietario unico di Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Il Fondo si era fatto carico della ricapitalizzazione dei due istituti e ora i circa 3,4 miliardi impegnati vanno in fumo. A loro volta gli azionisti privati, indipendentemente dalla liquidazione coatta decisa dal governo, avevano già pagato il conto del dissesto delle Venete vedendo progressivamente svanire il valore delle azioni. Le loro quote, ormai ridotte a pochi spiccioli, saranno azzerate essendo capitale di rischio. Nessuna delle due ex popolari era quotata in Borsa.



 

Ultimo aggiornamento: 11:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA