Palazzo Chigi non teme sorprese «Sulla flessibilità carte in regola»

Domenica 15 Maggio 2016 di Marco Conti
Palazzo Chigi non teme sorprese «Sulla flessibilità carte in regola»
ROMA «Non ci aspettiamo sorprese». A palazzo Chigi non c'è ansia per ciò che la Commissione europea dirà a metà settimana. Anzi, ci si aspetta che nelle raccomandazioni che verranno inviate all'Italia ci sia, oltre al via libera sui conti pubblici, un apprezzamento per ciò che sta facendo il nostro Paese sul fronte delle riforme oltre a qualche «normale consiglio».

ACIDO
Le bordate del capogruppo del Ppe a Strasburgo, Marfred Weber, non preoccupano palazzo Chigi anche perché i rapporti con il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, non sono mai stati così ottimi. Resta comunque il fatto che il capo del Ppe, gruppo più consistente in Europa - il tedesco Weber - si è preso la briga di prendere carta e penna e firmare, a nome di tutto il gruppo (italiani compresi quindi), una lettera che molto somiglia ad una sorta di richiamo allo stesso Juncker affinchè controlli meglio i bilanci di alcuni paesi che hanno un alto debito pubblico e non conceda deroghe. Spagna, Portogallo e Italia non vengono esplicitamente indicati nella missiva, ma i riferimenti sono evidenti così come l'obbiettivo di Weber di cercare di condizionare in qualche modo le valutazioni della Commissione. «E' un atto di arroganza e di ingerenza del tutto indebita nei confronti della Commissione», attacca Gianni Pittella, capogruppo dei socialisti a Strasburgo. Un attacco «dettato solo da uno stantio e errato calcolo politico in nome della cieca austerità: colpire i governi a guida socialista, Italia compresa. Inaccettabile nelle forma, nei toni e nei fini».

La replica a Weber del collega e capogruppo socialista si ferma e non chiede ufficialmente conto agli eurodeputati popolari di Spagna, Portogallo e Italia se condividono le posizioni di Weber, ma l'obiettivo di Pittella è chiaro: difendere Juncker dagli assalti dei paesi del nord Europa che da qualche settimana hanno messo nel mirino proprio il presidente della Commissione. A spiegare la situazione dei conti pubblici italiani provvedono i tecnici di via XX Settembre che anche ieri sono stati impegnati nel rispondere alle perplessità e alle richieste di chiarimenti provenienti da Bruxelles. A Matteo Renzi interessa invece il dato politico che innerva ogni richiesta di flessibilità che l'Italia avanza e che poggia su una considerazione dell'Unione Europea diversa da quella dei falchi nordici. Per Renzi l'obiettivo del risanamento del bilancio va perseguito con la crescita e non con ulteriori tagli. Senza contare che altri paesi sforano. La Francia lo farà anche quest'anno e la stessa Germania vanta un surplus commerciale ben oltre il consentito.


Anche se Weber viene indicato come il falco della Cancelliera a Bruxelles, in questo momento l'emergenza della Merkel si chiama ”profughi” e la solidarietà mostrata dall'Italia - e dalla stessa Commissione - nei momenti più difficili della trattativa con Ankara lascia credere come il problema dello zero vergola di flessibilità in più sia destinato a finire in secondo piano. Juncker, dopo le resistenze fatte ad inizio anno, non sembra però aver voglia di un nuovo braccio di ferro con Renzi e da settimane è a lavoro affinchè si trovi una quadra in grado di non far perdere la faccia nè a Bruxelles nè a Roma. D'altra parte il vento dell'euroscetticismo soffia ancora molto forte e ciò che sta accadendo in uno dei tre paesi oggetto della lettera di Weber, la Spagna, dimostra per Renzi quanto sia alto il rischio di ingovernabilità della stessa Unione.