Crescita al palo, Bombassei: «Invertire subito la rotta, gli investimenti vanno detassati»

Sabato 13 Agosto 2016 di Umberto Mancini
Alberto Bombassei
«Serve una Finanziaria per la crescita, che metta al centro dell'azione di governo l'occupazione e la detassazione degli investimenti delle aziende». Non ha dubbi Alberto Bombassei, 75 anni, patron della Brembo, il gruppo italiano leader mondiale nei sistemi frenanti che fornisce dalla Ferrari alla Fca. Per l'ex presidente di Ferdermeccanica ed ex vice presidente di Confindustria bisogna fare presto perché i dati sul Pil sono davvero preoccupanti.

Presidente, prezzi fermi al palo, calo della produzione industriale e la crescita zero del Pil nel secondo semestre dell'anno: l'economia è bloccata?
«In effetti il momento è complicato. E anche i dati a livello europeo, se si esclude la locomotiva tedesca, non sono buoni. Noi, come spesso accade, soffriamo forse più degli altri Paesi. Per questo è arrivato il momento di dare una mano a chi investe e di farlo in maniera sostanziosa».

Di certo in questo quadro congiunturale a tinte fosche, anche la Brexit non aiuta, così come la situazione delle banche, strette tra stress test e dinamiche congiunturali non certo positive?
«Per la verità, considerando il quadro internazionale, mi aspettavo che sul fronte degli incentivi a chi investe l'esecutivo facesse qualcosa ben prima della manovra di bilancio. Il ministro dello Sviluppo Calenda ha allo studio un pacchetto sostanzioso di misure che forse è arrivato il momento di varare. Credo che vadano favoriti non solo gli investimenti qui in Italia ma anche quelli delle aziende italiane all'estero, perchè creano comunque sviluppo e occupazione».
 
Il governo Renzi come dovrebbe muoversi? Chiedendo maggiore flessibilità proprio per favorire politiche keynesiane?
«Credo proprio di sì. Il governo deve andare in questa direzione. Del resto proprio il presidente del Consiglio Renzi che lo stesso ministro dell'Economia Padoan hanno detto esplicitamente che bisogna puntare sullo sviluppo. La priorità, ripeto, è creare occupazione, sopratutto tra i giovani. Ora bisogna passare dalle parole ai fatti»

Il Jobs Act è stato utile, ma forse bisogna fare di più?
«Sì è stato utile, ma bisogna continuare ad aiutare le aziende che investono. Noi alla Brembo abbiamo assunto oltre 300 giovani e siamo cresciuti nei Paesi, come Cina e Nord America, dove ci sono opportunità di sviluppo».

Non crede sia utile tagliare l'Irpef per dare una spinta ai consumi e alla domanda interna?
«Dipende dalle risorse a disposizione. Ma è evidente che una manovra di questo tipo darebbe ossigeno ai consumi. La priorità del governo, a mio parere, è quella di combattere la disoccupazione giovanile, che è un vero dramma per il nostro Paese. Per questo un taglio dell'Irap sul lavoro andrebbe certamente nella giusta direzione. Le imprese devono sapere che se assumono un giovane possono contare su incentivi stabili e di lungo periodo».

La Bce di Mario Draghi può fare qualcosa di più di fronte?
«Credo che Mario Draghi, con il Qe, abbia fatto tutto quello che si poteva fare. Adesso ciascun Paese deve muoversi per proprio conto, così come le banche devono dare risorse a chi investe e alle aziende. Certo c'è un problema di fiducia sulle banche che, sottolineo, devono fare di più in questo momento per il sistema imprenditoriale».

Lei è fiducioso?
«Bisogna Proseguire sula strada delle riforme con più determinazione. Poi con il referndum alle porte tutto si potrebbe complicare. Bisogna agire subito e sperare che la riforma costituzionale vada in porto. O sarà peggio per tutti».