Così l'aumento per gli assegni bassi beneficio fino a 1.000 euro di reddito

Martedì 27 Settembre 2016 di Luca Cifoni
Così l'aumento per gli assegni bassi beneficio fino a 1.000 euro di reddito
ROMA Il tema pensioni è stato al centro dell'intervento televisivo di Matteo Renzi che ieri sera, parlando a Quinta colonna su Rete 4, ha elencato alcuni delle misure che confluiranno nella prossima legge di bilancio. Confermando in particolare l'obiettivo di dare un segnale forte sulla cosiddetta quattordicesima, la somma aggiuntiva erogata nel mese di luglio ai lavoratori con un reddito fino a 750 euro mensili. Questa soglia sarà portata a circa 1.000 euro, allargando quindi la platea, mentre l'importo dovrebbe salire rispetto agli attuali 400-500 euro (a seconda degli anni di contributi) Di quanto? Finora si era parlato di un incremento intorno al 25 per cento mentre Renzi ha indicato come obiettivo il raddoppio, pur esprimendosi in termini mensili (da 40 a 80 euro) mentre la quattordicesima viene erogata in un'unica soluazione nel mese di luglio. Il premier ha poi ricordato oltre alla riduzione delle imposte per società e piccole imprese (nel prima caso attraverso l'Ires, nel secondo con la nuova imposta Iri) alcuni stanziamenti aggiuntivi, come i 100 milioni destinati ai vigili del fuoco e i 50 per la non autosufficienza.

I CONTEGGI
Che i conteggi finali siano però ancora da completare lo ha indicato lo stesso Renzi. Il pacchetto previdenza - che complessivamente punta ad attutire gli effetti della riforma Fornero - resta una delle misure-simbolo della prossima legge di Stabilità, dal punto di vista politico; ma potrebbe contare su una dote un po' ridotta rispetto ai 2 miliardi di cui si è ragionato. Sicuramente questo sarà uno dei temi del confronto politico finale, che a causa dello slittamento a stasera del Consiglio dei ministri sull'aggiornamento del Def, è a stato sua volta rinviato a domani. Il ministro del Lavoro Poletti, il sottosegretario alla Presidenza Nannicini e i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil avranno dunque sul tavolo un quadro finanziario più aggiornato.

Se l'asticella delle risorse finanziarie scenderà verso quota 1,5 miliardi, a farne le spese potrebbe essere l'intervento a favore dei precoci, ovvero quei lavoratori che hanno iniziato a versare contributi in giovane o giovanissima età e quindi si ritrovano anche prima dei 60 anni con circa 40 anni di contributi, che però non sono sufficienti a garantire loro la pensione anticipata per la quale si richiedono (nel caso degli uomini) 42 anni e 10 mesi. L'idea su cui si è lavorato è quella di concedere a queste persone contributive un abbuono contributivo di tre mesi per ogni anno lavorato prima dei 18, il che permetterebbe di avvicinare anche di un anno l'accesso alla pensione. Alla fine però questo beneficio potrebbe essere riservato solo a coloro che hanno iniziato davvero presto, a 16 anni o meno.

Appare delineato il prestito pensionistico (Ape), riservato a lavoratori con almeno 63 anni di età e destinato ad essere poi restituito in venti anni. Il governo intende spingere soprattutto la versione social ovvero quella riservata ai disoccupati di lungo periodo, ai lavoratori disabili o con una disabilità in famiglia, a quelli che svolgono mansioni particolarmente faticose. Per loro il costo dell'ammortamento del prestito e dell'assicurazione (necessaria per coprire il rischio di premorienza degli interessati) sarà totalmente a carico dello Stato fino ad una soglia di reddito di circa 1.500 euro lordi: al di sopra il sostegno pubblico sarà via via più limitato. I sindacati vorrebbero alzare leggermente il tetto con l'obiettivo di farvi rientrare in pieno categorie come quelle degli operai specializzati, ma gli spazi finanziari stretti rendono questo obiettivo piuttosto problematico.