Brexit, allarme dell'Fmi. Immigrati, sfida di Cameron

Giovedì 16 Giugno 2016 di David Carretta
Brexit, allarme dell'Fmi. Immigrati, sfida di Cameron
BRUXELLES - Nonostante i mercati in ripresa, con un rimbalzo dopo i crolli dei giorni scorsi, il Fondo Monetario Internazionale oggi lancerà un nuovo allarme sui pericoli della Brexit per l'economia europea, chiedendo all'Eurogruppo di accelerare sul completamento dell'unione bancaria. I ministri delle Finanze della zona euro si ritrovano oggi a Lussemburgo per un Eurogruppo senza temi controversi in agenda. Il fondo salva-Stati Esm dovrebbe approvare un nuovo esborso di aiuti alla Grecia, mentre i dibattiti più duri sono attesi domani all'Ecofin sulla meccanismo europeo di garanzia dei depositi, il tetto ai titoli di Stato detenuti dalla banche e la decisione della Commissione di non sanzionare Spagna e Portogallo per il mancato rispetto del Patto di Stabilità. Christine Lagarde presenterà il rapporto annuale del Fmi sullo stato della zona euro. E l'avvertimento della direttrice del Fmi sarà molto chiaro: la Brexit «è molto alta nell'agenda come rischio significativo», ha spiegato ieri una fonte dell'Eurogruppo. Sono soprattutto i mercati e le banche che potrebbero trovarsi sotto pressione. «I rischi sono finanziari», ha detto la fonte: «non c'è alcuna necessità di un piano d'emergenza per le finanze pubbliche».

PREVISIONI DIFFICILI
Ma l'impatto sull'economia, in un momento di fragile ripresa dell'economia della zona euro, rimane difficile da prevedere. Il timore di alcuni è che una Brexit spinga la zona euro in una nuova recessione. Per ora l'Eurogruppo non ha intenzione di muoversi. L'uscita del Regno Unito dall'Ue non è all'ordine del giorno della riunione di Lussemburgo. La risposta la mattina del 24 giugno sarà affidata alla Banca Centrale Europea e alla Banca d'Inghilterra, che dovrebbero annunciare un misure congiunte per garantire liquidità e sostenere i mercati. «Tutti lavorano sulla base dell'assunto che gli accordi necessari tra autorità monetarie saranno operativi», ha detto la fonte dell'Eurogruppo. Anche la vigilanza bancaria della Bce si è attivata chiedendo agli «istituti maggiori» di preparare piani d'emergenza. Ma, se la reazione delle banche centrali non saranno sufficienti a calmare i mercati, i ministri delle Finanze della zona euro sono pronti a incontrarsi venerdì sera. Dentro la Commissione di Jean-Claude Juncker e nelle capitali cresce la preoccupazione, dopo che una serie di sondaggi ha indicato un chiaro trend a favore del «Leave» (uscire). «Speriamo che non ci sia la necessità di un esperimento», ha detto il vicepresidente Jyrki Katainen. La Brexit rappresenterebbe «uno choc per l'Ue» a cui occorre rispondere per evitare che «un processo di integrazione di successo durato alcuni decenni non finisca con una disintegrazione», ha spiegato il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier. A Londra il governo di David Cameron moltiplica le minacce per cercare di convincere i britannici a restare nell'Ue. Il cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, ha parlato di una manovra d'austerità da 30 miliardi fatta di tasse e tagli in caso di Brexit. L'uscita dall'Ue provocherebbe «uno choc economico profondo che colpirebbe l'economia e riporterebbe il Regno Unito nella recessione», ha spiegato Osborne: «in una simile situazione, qualunque cancelliere avrebbe la responsabilità di cercare di riportare la stabilità nelle finanze pubbliche». Lo stesso Cameron ha sfidato apertamente gli euroscettici, ringraziando «gli immigratidell'Unione europea per il loro contributo».

I MERCATI
Ma l'effetto sugli elettori sembra minimo. In Scozia, dove i sondaggi degli scorsi mesi avevano registrato un forte sostegno per l'Ue, il campo del «Remain» (restare) ha perso 13 punti percentuali in sei settimane, anche se resta maggioritario. Una maggioranza di scozzesi il 47% contro il 45% - vuole un secondo referendum sull'indipendenza dal Regno Unito in caso di Brexit. Almeno i mercati ieri hanno avuto un giorno di respiro, dopo una serie di chiusure negative. Milano ha recuperato l'1,49%, Londra lo 0,73%, Francoforte lo 0,92%, Parigi l'1% e Madrid l'1,53%. Lo spread tra Btp e Bund è rimasto stabile a 150 punti base, con i rendimenti sui titoli decennali tedeschi ancora negativi.

 
Ultimo aggiornamento: 13:02